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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Destino beffardo. Napoli piange Luca, il ragazzo dal cuore d’oro dei Quartieri Spagnoli

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E’ una strana coincidenza quella che ha legato l’infelice destino di Luca e quello di suo padre. L’aneurisma cerebrale, l’ospedale, il coma, la paura, la speranza, la morte. Un destino beffardo che si è presentato puntuale, crudele, senza dare né scampo né spiegazioni, senza dare il tempo nemmeno per gli addii. Luca non ha potuto salutare la mamma, il fratello, la sorella, gli amici. Destino beffardo anche quello loro, perché quando muore una persona cara, il mondo si ferma per un istante anche per chi resta, poi riprende a girare sì, ma cambia la rotazione. Niente è più come prima. Corri con la mente nei vicoli dei quartieri, e ti aggrappi ad ogni singolo ricordo. Nei Quartieri Spagnoli, dove Napoli riscopre la sua vera identità. In quei quartieri dove è facile “perdersi”, dove la strada “comoda” prevale su quella fatta di sacrifici. Luca aveva scelto la seconda, e la passione per la pizzeria lo aveva aiutato in questo tortuoso cammino.

Nei Quartieri Spagnoli tutti conoscevano Luca S., tutti hanno incontrato, almeno una volta, quel bambino vivace ma dai sani valori. Quel piccolino che tra le mura di quei vicoli è cresciuto ed è diventato uomo. Nella sua vita avrebbe continuato a fare il pizzaiolo o chissà se strada facendo, il giochino delle “sliding doors” l’avrebbe portato in un’altra direzione, ma lui amava il suo lavoro. Poi alle spalle c’era la sua famiglia, persone dal cuore grande, di quelle che portano avanti il nome di una Napoli pulita, sana, genuina. La Napoli dai grandi valori. Ma nei quartieri da sabato, 17 giugno, si respira un’aria pesante, manca un pezzo. Gli amici è come se si sentissero traditi da Luca, “bello come il sole, buono come il pane” si legge nei post su Facebook. Traditi perchè ora si sentono tutti un pò più soli.

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Ma per Luca non c’è stato tempo per decidere, perché quel 3 marzo 2017, il destino gli aveva fissato già il primo appuntamento. Il ricovero al Cto dove Luca in quel letto d’ospedale ha lottato tra la vita e la morte. Poi ancora la speranza e trasportato al centro NeuroMed di Pozzilli, ma l’aneurisma cerebrale è invadente, ti sovrasta. In quel letto Luca è stato un guerriero, si è aggrappato alla vita con le unghie e con i denti. In 3 mesi la mamma, la sorella ed il fratello sono stati appesi ad un filo, chiuse nella preghiera. Labile e sottile era la linea che divideva la gioia dal dolore, la paura dalla speranza, la vita dalla morte, un filo labile e sottile che avrebbe appunto cambiato il verso del mondo.

“Un ragazzo d’oro, bello e solare, onesto e lavoratore, un vanto ed un orgoglio per chi nasce nei vicoli di Napoli dove perdere i sani principi é facile. In questi mesi, in cui questo ragazzo senza un perché lottava tra la vita e la morte, un intero quartiere si é unito nel suo nome. Forse è proprio questo il Suo miracolo. Purtroppo forse la medicina e la scienza non daranno mai una risposta a questa ingiustizia, ecco perché a me piace pensare che Dio aveva bisogno di un nuovo angelo e si é scelto uno dei piú belli che poteva. Caro Luca porta il Tuo splendido sorriso in Paradiso e dona a tutti la stessa allegria che donavi quaggiú. Riposa in pace” questo e tanti altri i messaggi postati in questi giorni su Facebook.

Un quartiere in lutto, una città in lacrime perchè quando la morte ha contorni così atroci è qualcosa di mostruoso. Tristezza che ha però rappresentato il segnale di un profondo legame per il papà ed il figlio indifesi dinanzi al destino.

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