«E’ tutta colpa di mio zio». Il parente capoclan ordinava e il killer eseguiva: il racconto di Perfetto

Una dichiarazione spontanea alla vigilia della requisitoria del procuratore generale che mette un punto ad una vicenda che per anni è stata nelle cronache giudiziarie. Ha confessato di aver ammazzato Giuseppe D’Amico e Salvatore Manzo, ha confermato che con lui c’erano Massimo Tipaldi, Antonio Lo Russo e Luciano Pompeo ed ha detto di essere stato negli anni plagiato da Salvatore Lo Russo, lo zio, ora collaboratore di giustizia -scrive Il Roma – È Raffaele Perfetto, imputato numero uno del processo a carico dei presunti killer del clan Lo Russo che assassinarono Giuseppe D’Amico e Salvatore Manzo nel duplice omicidio ribattezzato dell’ambulanza perché uno dei due fu crivellato di proiettili in un’autoabulanza.
La prossima udienza è prevista per fine maggio e in quell’occasione ci sarà la requisitoria del procuratore generale. Carcere a vita. È quanto il pubblico ministero della Dda, Enrica Parascandolo, aveva chiesto ed ottenuto per tre presunti assassini, componenti del commando di fuoco che assassinò Salvatore Manzo e Giuseppe D’amico, il duplice omicidio ribattezzato dell’autoambulanza. Si tratta di Oscar Pecorelli, Raffaele Perfetto e Pasquale Angellotti. I tre avevano scelto di essere processati con il rito abbreviato per evitare, in caso di condanna, il carcere a vita ma il pm ha comunque scelto di chiedere una condanna al massimo della pena.
È un’inchiesta infinita quella sul duplice omicidio cosiddetto dell’ambulanza, costato la vita a Giuseppe D’Amico e Salvatore Manzo. Era quest’ultimo, vicino al clan Stabile di Piscinola, l’obiettivo dei sicari dei Lo Russo che il 1 giugno del 2004 entrarono in azione in viale Colli Aminei.