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sabato, Aprile 20, 2024
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«L’ho ammazzato io». Aitan ‘o barbier confessa l’omicidio ma per il pentito non ha raccontato la verità

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A quasi un anno dal suo pentimento, Gaetano Castaldo, ovvero “Aitan ’o barbier”, reo confesso dell’assassinio di Adalberto Caruso – dopo almeno due rinvii – domani siederà dinanzi al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Napoli Rosa De Ruggiero, per conoscere il suo futuro giudiziario. In aula ci saranno i congiunti della vittima, che hanno deciso di costituirsi parte civile nel processo che si profila lampo, visto che quasi certamente l’unico indagato sceglierà di essere giudicato con il rito abbreviato, usufruendo di un doppio sconto.
Se così sarà, giammai i giudici sentiranno dalla viva voce del pentito Impero De Falco, la ricostruzione dei fatti, che in parte cozza con le dichiarazioni dell’indagato. Castaldo ha affermato che il movente dell’omicidio sarebbe da ricercare in una vicenda legata alle estorsioni. Secondo la versione fornita da De Falco, invece, il movente dell’omicidio sarebbe un altro – scrive Nino Pannella su Il Roma – È forte l’impressione che il racconto di De Falco, oltre ad essere frammentario, sia carico di veleni. Comunque va premesso che De Falco, un vero e proprio “figlio d’arte” – il padre fu ucciso nell’ottobre del 2006 in un agguato di camorra – è passato frettolosamente dalla parte della legge subito dopo aver saputo da un parente di non avere più alle spalle una famiglia.
Così inizia il racconto dell’omicidio il pentito De Falco nell’interrogatorio del 10 ottobre 2016. Una premessa è d’obbligo, ovvero che le persone chiamate in causa dal pentito, sono da ritenersi estranee ai fatti fino a formale contestazione dei reati da parte della procura partenopea. «Riconosco T.T imparentato con V.D.B. Nell’anno 2006 era vicino a mio padre e credo che sia coinvolto nell’omicidio di Ignazio “’a Mpchera” avvenuto il giorno del mio compleanno – il 19 settembre del 2015 -. Questo Ignazio “’a Mpchera” era un soggetto che non si faceva scrupolo… Su Face book scrisse cose offensive su M.T. figlia di T. La ragazza – sempre stando al racconto del pentito – affrontò per strada Ignazio mentre era in compagnia della sorelle tra le quali una è la fidanzata di A.D.B, figlio di V. L’alterco finì con Ignazio che picchiò le ragazze e dopo tre mesi è morto. Prima dell’omicidio io avevo parlato con V.D.B e gli proposi di uccidere Ignazio ma V.mi rispose che se la sarebbe vista lui. Preciso che Ignazio era cognato di C.L. Dopo l’omicidio sono andato da D.B.V che non usciva più per strada, per chiedergli cosa era successo. V.D.B mi rispose che era stata una cosa sua e che io non dovevo occuparmi delle reazioni. Dopo che sono stato arrestato, so che C.L. ha fatto sparare M. persona del D.B. Immagino che si tratti della reazione dell’omicidio». Alla luce delle sue dichiarazioni, va fatta una riflessione. Come mai De Falco,che secondo gli investigatori oltre a gestire le piazze di droga non ha mai avuto un ruolo di spessore nel panorama criminale locale, era a conoscenza di particolari così approfonditi?

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