C’è anche un direttore di banca bolognese fra le persone arrestate dalla Guardia di Finanza in una vasta operazione contro un gruppo criminale legato a diversi clan camorristici, con 16 misure di custodia cautelare in corso di esecuzione. Contemporaneamente le Fiamme Gialle stanno eseguendo il sequestro preventivo di un ingente patrimonio, del valore complessivo di 700 milioni di euro. L’operazione è condotta dal nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bologna, con l’ausilio dello Scico di Roma e del Comando Provinciale di Napoli. La base delle attività illecite, principalmente investimenti immobiliari e truffe alle assicurazioni, era in Campania, ma l’organizzazione avrebbe operato anche in Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo, Umbria, Sardegna e Lombardia.
Le indagini hanno poi dimostrato che il gruppo camorristico investigato era riuscito ad operare indisturbato negli anni anche grazie allo stabile e determinante appoggio di insospettabili colletti bianchi: funzionari di banca e commercialisti il cui apporto si è rivelato cruciale e determinante per la vita e l’espansione dell’organizzazione criminale. Si è accertato che alcuni di essi (CASTIGLIONE ANTIMO e SANGIORGI DOMENICO) non si erano limitati a fornire un ausilio estemporaneo agli indagati, ma erano stati in costante e sinergico rapporto con il gruppo camorristico e che da esso avevano tratto vantaggi personali: tali vantaggi avevano funto da contropartita alle agevolazioni da loro stessi prestate alla vita dell’associazione criminale. Di qui la contestazione di partecipazione al clan PUCA.
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lì funzionario bancario SANGIORGI DOMENICO era perfettamente consapevole dell’apporto che andava a fornire all’associazione: eclatanti le conversazioni intercettate in cui il bancario, dapprima, avvisava PASSARELLI Antonio degli accertamenti disposti dalla magistratura a carico del suo sodale CICCARELLI Francesco e, successivamente, lo ragguagliava anche sulle ulteriori richieste inoltrate alla banca sul conto dello stesso PASSARELLI, e ciò proprio per consentirgli di prendere provvedimenti e adottare le contromisure per non finire nelle maglie delle indagini.
Il commercialista CASTIGLIONE Antimo organizzava con gli indagati i passaggi societari e preordinava tutti gli éscamotages per eludere le investigazioni e gestiva, anche direttamente, i patrimoni degli indagati, tra cui anche quello del capoclan PUCA Pasquale “0 MINORENNE”.
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