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sabato, Aprile 20, 2024
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«Gli inquilini di Tonino». Indagine Omphalos, così gli indagati identificavano gli Scissionisi

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Indagine Omphalos. Continuano a sfilare davanti al giudice gli indagati nell’operazione eseguita dalla guardia di finanza tra Campania, Lazio, Emilia Romagna e altre regioni. Un’inchiesta che ha tolto il velo da presunti rapporti tra esponenti dei clan e colletti bianchi, in ordine a riciclaggio e truffe. Secondo il quotidiano Cronache di Napoli Domenico Sangiorgi è un altro degli indagati che ha scelto la via del silenzio. Lavorava in banca, fino a che l’istituto di credito non l’ha sospeso, avviando anche un’indagine interna.
Secondo le accuse il suo ruolo sarebbe stato quello di ‘ripulire’ i soldi frutto di attività illecite. Già annunciato il ricorso al Riesame. L’indagine, oltre che delle classiche tecniche investigative, si è avvalsa delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. “Passarelli va dove stanno i soldi”, ha spiegato un pentito ai magistrati della Dda partenopea che hanno coordinato l’attività investigativa. La sua ‘specializzazione’, come accertato dalle ‘Fiamme Gialle’ era ‘ripulire’ il denaro provento di attività illecite.
Per questo, però, aveva deciso di Operare’ lontano da Napoli trasferendo le sua attività finanziarie in Emilia-Romagna dove, forse, pensava che i controlli delle forze dell’ordine fossero più blandi. Tra le motivazioni, però, ci sarebbero stati anche i rapporti d’affari che aveva stretto con Sangiorgi, nato a Faenza ma residente nella città felsinea. Era lì infatti, che l’uomo dirigeva una filiale della ‘Cassa di Risparmio di Ravenna’, l’istituto bancario attraverso cui Passarelli avrebbe svolto molte delle sue Operazioni’ illecite. Un presunto ‘colletto bianco” al servizio delle cosche. Questo era Sangiorgi secondo gli inquirenti. Nel corso delle indagini, infatti, è emerso che il funzionario, in diverse occasioni, avrebbe “favorito” Passarelli nonostante fosse pienamente cosciente che quell’imprenditore della provincia di Napoli aveva rapporti con la criminalità organizzata. Un esempio è rappresentato dall’erogazione di un mutuo per acquistare un’abitazione di oltre 500 metri quadrati. Abitazione che, nella realtà era di proprietà di Mario Riccio, capo degli ‘scissionisti’ di Melito all’epoca latitante. Intestataria del prestito una familiare di Passarelli, anche lei indagata per intestazione fittizia di beni. Le indagini, non a caso, hanno accertato che la documentazione presentata per ottenere il prestito era palesemente contraffatta e che la donna, in realtà, era nullatenente. Un ‘favore’ che Sangiorgi non avrebbe tuttavia avuto nessun problema a concedere ricevendo, in cambio, un orologio in regalo. L’unica raccomandazione, almeno per salvare le apparenze, è che si rispettino le scadenze per il pagamento del mutuo. Aveva già scelto la via del silenzio Cosimo Marino, il 33enne di Scampia, ritenuto dagli inquirenti vicino al gruppo degli Amato-Pagano. Difeso dall’avvocato Claudio Davino, è stato coinvolto nella maxioperazione della guardia di finanza che toccato numerose regioni e che ha portato all’esecuzione di numerose ordinanze per reati, a vario titolo, di ti associative, ma anche di truffa e di riciclaggio. Marino, dalla sua, era l’unico accusato rapina. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, insieme ad altri soggetti ritenuti legati agli scissionisti si sarebbe trovato coinvolti una rissa in una discoteca di Aversa ne quale il figlio di uno degli arrestati, paie avi se delle “cointeressenze “.
La dinamica ( fatti emerge dalle conversazioni telefonie ed ambientali nel corso delle quali proprio l’indagato racconta di essere stato “incaricato” dagli scissionisti di dirimere una quest ne sorta all’intemo della discoteca tra Mari (Coco) e un altro soggetto. Era il 26 ottobre del 2012, quando alle 22 l’uomo, con la sua utenza telefonica, contattò un altro soggetti che mai era stato in contatto con lui nell’arco di tutto il tempo delle intercettazioni telefoniche. Questi comprese immediatamente scopo della telefonata quando disse: “parlate di quelli là, degli inquilini tuoi, Tonino “. Alla fine i due concordarono un appuntamento. Gli “inquilini ” – spiegano gli inquirenti – sono chiaramente gli amici scissionisti come emergerebbe da una conversazione ambientale. L’indagato, avrebbe quindi rivelato a un altro di aver ricevuto un incarico da scissionisti che l’avevano cercato a casa.

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