Comunicavano su Facebook attraverso una loro pagina poi chiusa dalle forze dell’ordine. E’ la nuova frontiera della camorra social, quella che utilizza a suo favore la tecnologia per portare avanti i suoi affari. A parlare di questo aspetto il collaboratore Emilio Quindici uno dei maggiori accusatori di Gennaro De Tommaso, ‘Genny ‘a carogn’ e del suo socio Vincenzo Gravina e del sistema che aveva la sua base nel rione Traiano: «adesso lavorano 16 persone solo sulla piazza 4 donne che 3 volte la settimana si chiudono dentro la casa e gli faccio fare 4 pacchi la volta hai capito come faccio? 4 pacchi 4 pacchi 4 pacchi 3 giorni la settimana le chiudo dentro a una casa queste donne e lavorano, 16 e 4 sono 20… se pensi solo che l’11 dicembre 2011 quando mi è venuto l’infarto tenevo 300mila euro di debiti oggi non si può contare quello che tengo chiù hai capito o no in quanto in 3 anni in 3 anni te lo giuro sono stati 3 anni di rivoluzione proprio. All’inizio vendevo 3 pezzi e mi ridevano addosso invece adesso faccio parlare Napoli e provincia con la piazza mia… e poi pensa che io tengo 6 700 persone che dicono io vado a prendere l’erba dallo ZIO ò CHIATTO fecero un sito con questa salita vedi? fecero un sito una cosa particolare su Facebook la PIAZZA dello ZIO ò CHIATTO pensa che infamità che mi hanno fatto una cosa che non si poteva cancellare l’hanno dovuta cancellare le guardie!».
Camorra del rione Traiano, i narcos comunicavano su un gruppo su Facebook: «E’ guardie me l’hanno cancellato»
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