A gettare luce sullo spaccato dello scontro che nel 2012 rischiò di dilaniare gli Amato-Pagano è stato Antonio Accurso, ex capo della Vanella Grassi. Accurso ha fornito agli inquirenti i particolari attraverso cui ricostruire quella faida, l’omicidio di Andrea Castiello ‘fedelissimo’ del ras Mariano Riccio. «Mi raccontarono che tale omicidio era stato un casino perché giunto il giovane a Melito, aveva visto che il Gemello e Mauriello Raffaele detto il Chiattone erano armati, per cui lo hanno upo imbracato e messo in macchina, e che le donne presenti sul posto gridavano. Poi avevano portato il giovane con l’auto sotto il ponte di Casandrino, lo avevano poggiato al muro». Fu quello uno dei momenti più cupi dello scontro tra maranesi e melitesi.
«Io non so se lo avevano ucciso prima o sotto il ponte. Nell’occasione della presa del giovane del ponte avevano dato il calcio· della pistola in testa ad un ragazzo, ma non lo avevano ucciso perché le donne gridavano, e poi avevano affiliato a loro quel giovane, che prima era vicino ai Riccio». Poi ancora: «Cicciarielloe il Gemello mi spiegarono che tra le donne che urlavano vi era la figlia della zia». «Di fronte a questo racconto io e mio fratello Umberto chiedemmo ai due se tutto quello che avevano fatto e volevano fare era una ‘vicenda tra ragazzi ‘ o un fatto di clan, precisando che sin dal 2008 noi eravamo alleati degli Amato-Pagano, alleanza continuata con Mario Riccio».