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giovedì, Aprile 25, 2024
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«Addio Peppe, sindaco della gente e padre esemplare»: il commosso addio di Calvizzano a Salatiello

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È partito poco fa dalla sede comunale il corteo funebre in ossequio al sindaco Giuseppe Salatiello, scomparso ieri all’età di 50 anni. Presenti le rappresentanze istituzionali dei Comuni del comprensorio. Applausi fragorosi all’ arrivo del feretro in chiesa.
Ad aprire la cerimonia un messaggio della figlia Tea: ”Grazie a tutti coloro che ci hanno dato sostegno in queste ore così difficili. Sarò sempre eternamente grata a mio padre, il mio primo amore. Eri, papà, il mio consigliere, il mio confidente, il mio amico. Niente poteva scalfirmi, perché tu eri sempre presente. Mi mancherà tutto di te: le nostre chiacchierate, i tuoi consigli sulle scelte da prendere. A me, mamma e Renata non hai mai fatto mancare nulla perché eri sempre presente. Ti ho sempre amato, ti amo e ti amerò sempre. Tu sei sempre con me e vincerò lottando, come tu ci hai insegnato. Sei stato un grande papà, un grande uomo e un grande sindaco”. Membri del Villaggio di Dio sono disposti alle spalle dell’altare a cantare i cori. Don Ciro Tufo:”Ti ho sempre chiamato sindaco perché sempre così ti ho conosciuto. Sei stato, a 25 anni, il sindaco più giovane d’Italia. Sei sempre stato Pepp o sindaco. Non potevi farci scherzo più grande che morire da sindaco, da sindaco che ha saputo seminare. Salatiello non ha mai perso la sua grinta. Diceva ”anche quando facciamo del bene qualcuno non è d’accordo”.
”Era il sindaco della gente. Diceva che tutti parlano bene di una persona quando muore. Negli ultimi periodi era stressato perché voleva accontentare tutti, a partire dal Villaggio di Dio. Lui salutava tutti, voleva essere amico di tutti. Davanti a Dio si è amati e basta. Il suo modo di essere era quello di risolvere il problema di tutti, anche quando non poteva come sindaco. A volte diceva come lo Stato non dava gli strumenti, a causa della burocrazia. Stava sempre tra la gente. Dopo la sua vittoria venne in chiesa, come promesso. Trovava sempre un modo per aiutare gli ultimi. Aveva una furbizia politica non cattiva. Sapeva sempre trovare il metodo giusto per servire gli altri, non per servirsi degli altri. Era attento ai giovani”

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