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martedì, Aprile 23, 2024
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Anche napoletani tra i 50 feriti a Barcellona, tra i 13 morti ci potrebbero essere anche italiani

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Il terrorismo colpisce anche la Spagna. Un furgone ha travolto oggi pomeriggio intorno alle 17 decine di persone sulla Rambla a Barcellona. Il viale è stato transennato ed evacuato. Il bilancio, scrive su Twitter Joaquim Forn, responsabile dell’Interno del governo autonomo catalano, è di almeno 13 morti e 50 feriti. Tra questi c’è anche un bambino in condizioni critiche ricoverato d’urgenza in pediatria. Due altri bambini meno gravi, sono stati trasferiti in ospedale.

Il furgone Fiat bianco ha iniziato la sua corsa omicida a Plaza de Catalunya fino alla piazza del mercato della Boqueria, a ben 600 metri di distanza. La polizia spagnola ha identificato e arrestato la persona che ha affittato il furgone. Si chiama Driss Oukabir, ed è di origine maghrebina. Oukabir sarebbe titolare di un permesso di residenza in Spagna. Non è chiaro al momento se possa essere il conducente del furgone. Altre due persone, dice la polizia, sono in fuga.

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Uno dei sospetti è morto in una sparatoria avvenuta a Sant Just Desvern, piccola cittadina a pochi chilometri da Barcellona. A quanto scrive El Mundo, l’uomo morto nella sparatoria era al volante dell’auto che era sfuggita da un controllo di polizia sulla Diagonal di Barcellona, travolgendo degli agenti. L’auto era una Ford Focus bianca.

“Mi trovo in un albergo di fronte al ristorante turco dove sono asserragliati i presunti attentatori. Siamo chiusi in stanza. Non possiamo neanche affacciarci per vedere quello che accade”. A dirlo, raggiunto telefonicamente dall’Ansa, è Gianluca Marino, un salernitano in vacanza con la famiglia a Barcellona. “Pochi minuti prima dell’attentato – dice – mi trovavo proprio sulla Rambla. Potevo esserci anche io tra quelle persone uccise. Mio figlio di appena 2 anni per fortuna non si è reso conto ancora di nulla”.

Come riporta Pozzuoli21 c’è un ragazzo putelano tra i feriti. Si chiama Gennaro Taliercio, ha 33 anni, abita al rione Artiaco, ma era nella città catalana da qualche giorno per un breve periodo di ferie. Gennaro, trascinandosi a fatica, è riuscito a raggiungere l’albergo dove soggiornava (vicino al luogo dell’attentato) e da qui ha telefonato ai familiari per avvisarli di quanto accaduto e chiedere loro di mettersi in contatto con la Farnesina.

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