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martedì, Aprile 23, 2024
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Marano. Vendita degli immobili e lotta all’evasione fiscale, i commissari tentano di evitare il dissesto del Comune

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Il rischio dissesto finanziario non è affatto scongiurato e il Comune intende evitarlo in due mosse: alienando gli immobili comunali e dare finalmente il via ad una vera lotta all’evasione delle imposte. L’Ente di corso Umberto I come è notorio continua a soffrire per i mancati introiti. Ed è per questo che bisogna incidere finchè si è in tempo, prima che sia troppo tardi. Vendendo buona parte del patrimonio comunale e stanando chi non paga i tributi, i responsabili dei conti stimano possano essere incamerati circa 50 milioni di euro, un vero toccasana per i conti languidi del Municipio maranese.
Per ciò che concerne il patrimonio, entro settembre e dopo anni di richieste inevase, dovrebbe giungere sul tavolo del commissario straordinario Antonio Reppucci un dossier dettagliato relativo al numero delle case popolari e terreni di proprietà dell’Ente presenti sul territorio da vendere. Tale mappatura renderà una volta per tutte chiaro se all’interno degli alloggi popolari dislocati dal centro alla periferia della città abiti davvero chi ha diritto a starci e non chi al contrario non risponde ai necessari requisiti. Già, perché nel passato in più di un’occasione è emerso come nelle case popolari di Marano stazionassero professionisti e persone facoltose che, fortunatamente per loro, avrebbero ed hanno tranquillamente la possibilità di permettersi abitazioni di metratura e qualità diversa (più alta). In sprezzo alle regole, qualcuno ha persino subaffittato gli stessi appartamenti a terzi, proprio quelli nei quali non dovrebbero proprio starci. Ma non è tutto. Qualcuno ha pagato affitti a prezzi stracciatissimi, addirittura nell’ordine delle decine di euro e non di più. «L’architetto Elena Mocerino – afferma il commissario straordinario Reppucci – sta completando l’elenco degli immobili comunali. Dopodiché, probabilmente ad ottobre, faremo partire il bando di gara per l’alienazione degli immobili e permettere così al Comune di fare cassa». Da una prima stima, la vendita del patrimonio potrebbe fruttare tra i 30 e i 40 milioni di euro, soldi che aiuterebbero non poco per rimpinguare le casse ora vuote.

E poi c’è l’atavica macchia dell’evasione dei tributi. Una sacca della popolazione continua a non pagare pressoché nulla, contribuendo ad un ammanco per l’Ente di decine di milioni di euro. Gli ambiti nei quali maggiormente il fenomeno è esteso sono quelli del pagamento delle bollette dell’acqua e della spazzatura. Per i canoni idrici, soltanto adesso, dopo quattro anni di stasi, a causa di problemi con le ditte, si è mosso qualcosa con l’invio delle bollette degli anni 2012 e 2013. Il ragioniere del Comune Giuseppe Bonino ha appurato che soltanto il 30% a Marano paga l’acqua. Senza dimenticare gli allacci abusivi dei contatori, parte dei quali staccati dopo una task force comunale e delle forze dell’ordine. Oltre 5000 famiglie, secondo alcuni calcoli, sono inadempienti. Di recente, la responsabile ad interim dell’Area Amministrativa dell’Ente Maria Ilaria Bruno ha apertamente suggerito nella propria relazione un «potenziamento» del «servizio esterno», per meglio combattere gli evasori visto che il Comune non ha personale adeguato. Discorso neanche tanto distante per le bollette della spazzatura, pagata regolarmente soltanto dal 50% dei contribuenti maranesi. «Anche qui – afferma Reppucci che più volte si è lamentato per la scarsità quantitativa e qualitativa del personale a disposizione salvo alcune eccezioni – devo fare un plauso al ragioniere Giuseppe Bonino per l’opera che sta svolgendo». Il recupero delle evasione potrebbe far recuperare al Comune oltre 10 milioni di euro (tra i 12 e i 13), soldi freschi per non esporre al dissesto l’Ente.

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