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giovedì, Aprile 25, 2024
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Proteste delle mamme al Comune di Melito, il sindaco Amente scortato fuori dai carabinieri

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Tensione alle stelle questa mattina al Palazzo comunale a causa delle proteste dei genitori dei quasi 150 alunni del semiconvitto, servizio scolastico attivato da anni in diverse scuole private della citta, ma anche in altri territori limitrofi come Mugnano, a favore degli scolari provenienti da famiglie disagiate e che l’amministrazione cittadina ha preferito per il momento sospendere. Decine di mamme e papà degli alunni hanno raggiunto stamane a dir poco adirati la stanza del sindaco Antonio Amente, quella del vicesindaco Luciano Mottola e dello staff chiedendo urgentemente un incontro per sapere i motivi dello stop al semiconvitto per l’anno scolastico 2017/2018.

Qualcuno ha anche cercato di forzare la porta del primo cittadino e del vicesindaco. Agli indirizzi di Amente sono volate parole grosse ed insulti, con il primo cittadino costretto a lasciare il Comune scortato dei carabinieri della locale tenenza e degli agenti della Polizia municipale giunti per cercare di placare gli animi e ascoltare le ragioni dei genitori.
La decisione del governo cittadino è stata presa dopo aver approfondito i costi a carico del Comune per far studiare questi alunni nelle scuole private con il servizio del semiconvitto: 170.000 euro circa la cifra spesa, che ora l’Ente vorrebbe utilizzare per migliorare le condizioni delle scuole pubbliche del territorio e dei servizi sociali. Ma i genitori non l’hanno presa affatto bene.

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«I nostri figli – il loro ragionamento – si sono sempre trovati bene con il semiconvitto. Era un servizio destinato a chi ha genitori in carcere, disoccupati o con un reddito passo. Poi, dopo anni e con pochissimo preavviso, prima dell’inizio della nuova stagione scolastica, ci informano che il servizio non è stato confermato. Perché? Ora dovremo iscrivere nelle scuole pubbliche i nostri figli, dopo che hanno seguito tutt’altro percorso, impegnati sino al pomeriggio. Siamo preoccupati, perché alcune scuole pubbliche della città hanno spesso subito chiusure per la presenza di topi e di altri animali. Non è giusto essere trattati così. Il sindaco non si è comportato bene con noi. Un politico non può interpellare la gente soltanto per chiedere il voto».

È dall’amministrazione? Chi l’ha sentito parla di un sindaco dispiaciuto per gli insulti ricevuti. A spiegare da dove arriva la decisione dell’amministrazione di sospendere il convitto Luciano Mottola, che stamattina ha incontrato unitamente al sindaco una delegazione dei genitori. «Prima di sospendere il semiconvitto abbiamo fatto le nostre valutazioni e tastato la disponibilità delle scuole pubbliche ad accogliere altri iscritti. Per un Comune in predissesto come il nostro, 170.000 circa di spesa per il semiconvitto sono troppi. Il nostro intento è migliorare la funzionalità delle scuole pubbliche, creando i presupposti affinchè gli alunni possano essere impegnati in progetti pomeridiani. Almeno parte di quei soldi, e lo dico da assessore alle politiche sociali, possono comunque essere utilizzati per i ragazzi in difficoltà. Non vogliamo privilegiare pochi, ma cercare di stare vicino a più ragazzi possibili».

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