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martedì, Aprile 16, 2024
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Omicidio e camorra, stanato latitante a Napoli: era ricercato da tre mesi

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Nel pomeriggio di ieri gli agenti di Polizia del Commissariato Vicaria Mercato a seguito di serrata attività investigativa hanno tratto in arresto il noto pluripregiudicato Sembianza Salvatore, 37enne napoletano, colpito da O.C.C. emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nel giugno 2017 per i reati di omicidio, tentato omicidio ed associazione di tipo camorristico.

Il provvedimento restrittivo veniva eseguito da personale della locale Squadra Mobile l’11 luglio u.s. nei confronti di CATAPANO Gennaro, MICILLO Raffaele, DI PERNA Domenico e MAGGIO Salvatore, tutti esponenti del clan Mazzarella, operante in diversi quartieri del centro cittadino e della periferia, entrati in contrasto con il sodalizio di appartenenza per il controllo delle attività illecite, gestite nelle aree cittadine di Piazza Mercato, Porta Nolana, Soprammuro e Case Nuove. Le indagini avevano consentito di ricostruire il contesto criminale in cui erano maturati l’omicidio ed il tentato omicidio rispettivamente di Grimaldi Pasquale e di Esposito Enrico, avvenuto in data 19 giugno 2006, nonché il duplice tentato omicidio di Persico Giuseppe e di Papi Vincenzo, avvenuti il 25 giugno 2013.

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Il provvedimento non veniva eseguito nei confronti del SEMBIANZA Salvatore, in quanto irreperibile.

Dall’inizio della latitanza del Sembianza mirate azioni investigative di ricerca, venivano poste in essere sia dai poliziotti della Squadra Mobile che dei Commissariati sezionali competenti nelle aree ove il Sembianza operava.

Le incessanti attività sono culminate nell’operazione di polizia condotta dagli agenti del Commissariato Vicaria che, individuato il luogo dove lo stesso si nascondeva, un B&B di Via Nuova Poggioreale, predisponevano un accurato servizio, idoneo a coprire tutte le vie di fuga.

Fatta irruzione all’interno del B&B i poliziotti hanno arrestato il Sembianza Salvatore, associandolo immediatamente presso l’Istituto Penitenziario di Secondigliano.

Dai primi accertamenti esperiti veniva altresì appurato che il SEMBIANZA era in possesso di una carta d’identità contraffatta recante la foto con le sue generalità.

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