Sopralluogo congiunto nelle scorse ore tra i membri della Soprintendenza dei Beni Storici e Artistici e i tecnici del Comune in relazione alle azioni di recupero del Ciaurro, la villa cittadina da tempo affogata nel degrado e vittima di episodi di vandalismo. Gli approfondimenti in loco avvenuti nello spazio pubblico di via Guglielmo Pepe erano quelli concordati da un precedente incontro tenutosi prima della pausa estive tra gli stessi funzionari della Soprintendenza e il commissario straordinario Antonio Reppucci propedeutici a trovare soluzioni che consentano in un futuro neanche troppo lontano di far ritornare all’antico splendore la villa del Ciaurro. L’obiettivo resta infatti, immutato: preservare un bene della collettività che, all’interno del proprio perimetro, ospita un mausoleo d’epoca romana risalente al I secolo d.C. rafforzarne il presidio e affrancarla dal degrado: questi gli obiettivi principali della Soprintendenza e della commissione straordinaria. Si, ma che in che modo? «Anzitutto – spiega il commissario straordinario Reppucci – attraverso l’installazione almeno di
una telecamera di videosorveglianza» per cercare di individuare chi, nel caso, rompe sanitari, giostrine e pavimentazione come accaduto ripetutamente in passato. Reppucci incalza: «Chi rompe e danneggia un bene pubblico è soltanto un rozzo che va perseguito». La Soprintendenza, a seguito del recente sopralluogo al Ciaurro, produrrà una nota con gli specifici accorgimenti da prendere per iniziare la difficile opera di rinascita dello spazio pubblico, spesso privo di controlli e con un solo comunale addetto all’apertura, chiusura e guardiania. Ad occuparsi del Ciaurro, chiedendo proprio l’intervento della Soprintendenza, erano stati i locali attivisti del Movimento 5 Stelle. Andrea Caso, esponente maranese pentastellato, insiste: «Il Ciaurro ha anzitutto bisogno maggior controllo dell’area e soprattutto una maggior valorizzazione visto lo stato in cui versa, anche perché ormai è un’altra area abbandonata visto che ormai non ne nemmeno più vissuto dalle famiglie per portare i bambini».