Morì durante il parto nella giornata del cinque ottobre. La vita di Tommaso Barca è durata davvero pochi istanti all’ospedale di Marcianise. In quella drammatica giornata,Bianca Tudor -origini romene ma marcianisana doc- si reca all’ospedale per i forti mal di pancia. Era all’ottavo mese di gravidanza, ma nonostante ciò non è stata portata -secondo quanto denunciato alle forze dell’ordine- in sala travaglio. Avrebbe partorito nel suo letto, assistita dal marito, dalla cognata e dalla suocera. Stando a quanto emerso dalla sua
testimonianza, il cordone ombelicale -scrive Edizione Caserta- è stato tagliato al piccolo sempre in quella stanza: i
medici, però, si sono accorti che il piccolo non respirava né piangeva, come di solito fanno i
neonati.
Venti minuti dopo, Tommaso è stato portato via e il padre ha saputo, probabilmente, la verità più brutta della sua vita: suo figlio non c’era più.
Dopo il decesso la famiglia ha voluto andare fino in fondo per cercare di scoprire la verità e, dunque, ha presentato denuncia ai Carabinieri. Questo è servito per fare aprire un’inchiesta dalla Procura. Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia per il piccolo che è stata effettuata nelle scorse ore, qui un altro straziante fatto.
Nelle piccola bara di zinco non c’era nome e cognome del bambino e quindi il papà, già straziato dal
dolore, ha avuto effettuare il riconoscimento per ottenere la liberazione della salma del
figlio.
Dai genitori è stata presentata una seconda denuncia e agli investigatori hanno confermato che la gravidanza non ha mai riscontrato problemi fino a quel momento.