domenica, Luglio 20, 2025
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Ma il ministero ha posto il vincolo archeologico

individuati i resti di una monumentale cisterna romana




GIUGLIANO/QUALIANO – A Sette Cainati c’è il vincolo archeologico. Lo stabilì il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali il 13 marzo ’95. Nell’area che dovrà ospitare la nuova discarica della Fos ci sono infatti resti archeologici risalenti all’età romana e oltre. Il documento che lo sancisce, controfirmato dal direttore generale M. Serio, parla chiaro. “E’ fatto divieto assoluto di modificare l’attuale configurazione del terreno, in particolare di eseguire opere di scavo o di reinterro, compresa la piantumazione di alberi, di costruire edifici di qualunque natura e per qualunque utilizzo, di modificare la volumetria di quelli esistenti”. Oggi sono visibili pochi reperti, ma gli scavi potrebbero portare alla luce nuove scoperte. In particolare si possono vedere i resti di una monumentale cisterna romana. Dell’opera, già descritta e rilevata agli inizi degli anni ’30 dall’ispettore Onorario Giacomo Chianese, si conserva interamente la sola navata orientale. Il sopraintendente Stefano De Carlo fece risalire la struttura al I secolo d.C. Considerate le sue dimensioni si tratterebbe di “una villa rustica di notevole estensione” . Insomma, l’ultimo posto dove mettere una discarica. Quello del Giuglianese è già infatti è infatti un ventre immondo dove si sono depositati tutti i veleni campani e non solo: le scorie tossiche, gli interessi della camorra, l’ idiozia amministrativa, la connivenza politica, lo spregio per il patrimonio archeologico e ambientale. Un crimine esemplare.