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martedì, Settembre 10, 2024
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Le mani tagliate di ‘Lello Bastone’ furono la dichiarazione di guerra di Mennetta al boss Arcangelo Abete

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C’è una simbologia profana dietro il duplice omicidio di Raffaele Stanchi e del suo autista Luigi Montò. Una macabra esecuzione che rimanda alle pellicole cinematografiche e alle serie tv odierne. Ben prima dei ‘cattivi ragazzi’ della Vanella Grassi il ‘marchio di sangue’ era arrivato al cinema con Tom Hegen ‘messaggero di morte’ per conto di Don Vito Corleone nella celebre scena della testa mozzata del cavallo ai piedi del letto. Le mani tagliate di ‘Lello Bastone’ (soprannome di Raffaele Stanchi) furono una vera e propria dichiarazione di guerra con tanto di motivazione.

Il racconto di quell’esecuzione è agghiacciante: «Fabio Magnetti sparò in bocca a Lello bastone (Raffaele Stanchi) e affianco a lui c’era Umberto Accurso, suo cugino. Quest’ultimo divenne un capo della Vanella Grassi proprio dopo quel delitto: fu il suo battesimo del fuoco» racconta il collaboratore di giustizia Gianluca Cangiano. All’origine di quel delitto due milioni di euro che sarebbero stato sottratti per favorire Arcangelo Abete boss dell’omonimo gruppo di Scampia. Cangiano, insieme a Rosario Guarino detto ‘Joe Banana’ hanno raccontato che Stanchi e Montò furono attirati in trappola e uccisi nell’abitazione di Carlo Matuozzo a Mianella. Qui scattò l’esecuzione. Una volta uccisi Stanchi e Montò vennero bruciati all’interno di una Fiat Punto rubata, ritrovata il giorno successivo nei pressi del cimitero di Melito. L’obiettivo dei ‘Girati’, chiamati così per i repentini cambi di alleanze negli ambienti di camorra, era quello di far credere agli Abete-Abbinante che sul duplice omicidio c’era la mano degli Amato-Pagano, con i quali si allearono successivamente. Stanchi, secondo gli inquirenti, fu ucciso perchè non aveva pagato una partita di droga alla Vanella-Grassi. Prima di dargli fuoco già cadavere, gli fu tagliata la mano destra, quella usata abitualmente per maneggiare i soldi: un chiaro segnale a chi doveva capire che stava nel mancato pagamento della sostanza stupefacente, Uno “sgarro” imperdonabile per Antonio Mennetta che con quella mano tagliata firmò la sua personale dichiarazione di guerra agli Abete-Abbinante.

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