domenica, Luglio 20, 2025
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Poliziotto aggredito e picchiato dal branco sul lungomare: tra gli arrestati anche la figlia di ‘zia Rosaria’ [Tutti i nomi]

Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile di Napoli ha dato esecuzione
all’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su
richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha applicato la custodia cautelare
in carcere ed agli arresti domiciliari nei confronti di otto persone,’ residenti tra Napoli
e l’area a nord della città, resesi responsabili, il 26 giugno scorso, di rapina, lesioni
gravi e minacce nei confronti di un appartenente alla Polizia di Stato il quale, libero
dal servizio, si trovava a bordo della sua automobile in compagnia della moglie e dei
due figli minori.
A seguito di un diverbio scaturito per motivi di viabilità, a Mergellina, all’altezza
degli chalet del lungomare partenopeo, l’auto della vittima fu affiancata e circondata
da alcuni scooter con a bordo numerose persone.

In carcere sono finiti Maurizio Pomo, 43 anni, considerato dagli inquirenti il leader del gruppo e Donato Belardo, 22 anni: è quest’ultimo che colpisce con il casco, più volte, e rapina l’orologio al poliziotto, un ricordo del padre. Agli arresti domiciliari si trovano Davide Savarese, 23 anni; Roberto Gervasio, 22 anni; Giovanni Raimondo Tubelli, 24 anni; Monica Amato, 29 anni; Giuseppe Pomo, 23 anni; Concetta Madonna, 42 anni.

Uno degli scooter, in particolare, messosi di traverso al centro della carreggiata,
costrinse il conducente ad arrestare la marcia e il passeggero, dopo avere affiancato
l’auto, aprì la portiera dal lato del guidatore, minacciandolo con una pistola.
A tal punto la vittima, scendendo dall’auto, si qualificò come appartenente alle Forze
dell’Ordine, nella speranza, mal riposta, che ciò potesse dissuadere l’uomo dai suoi
propositi.
Tuttavia, pur consapevole di trovarsi dinanzi ad un poliziotto, l’uomo continuò a
minacciarlo e ad inveire contro di lui, incitato a gran voce dai suoi compagni che, nel
frattempo, circondarono la vittima.
A tal punto, per allontanare l’aggressore e la minaccia dell’arma dalla moglie e dai
figlioletti che assistevano alla scena dall’interno dell’auto, l’uomo ingaggiò con
l’aggressore una violenta colluttazione, nel corso della quale fu colpito ripetutamente al capo e in diverse parti del corpo, anche dagli altri componenti del gruppo, sopraggiunti a dare man forte al loro sodale. Nel corso del violento pestaggio, avvenuto sotto gli occhi di numerosi astanti che in quel momento affollavano gli chalet del lungomare Caracciolo, gli aggressori presero di mira anche la moglie del poliziotto. La stessa, infatti, intervenuta in difesa del marito, fu colpita più volte da alcuni uomini che, contestualmente, si scagliarono con violenza anche contro l’automobile, all’interno della quale assistevano terrorizzati i figli della coppia, colpendola con dei caschi protettivi. L’inaudita violenza ebbe fine solo quando uno dei componenti della banda, chinatosi stilla vittima ormai inerme, riuscì a strappargli con violenza l’orologio dal polso, dileguandosi, poi, unitamente ai suoi complici nel traffico del lungomare.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile e brillantemente coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli hanno consentito di giungere alla individuazione dei responsabili della brutale aggressione tramite un accurato screening dei numerosi veicoli presenti al momento e nel luogo dell’aggressione, un’attenta valutazione delle dichiarazioni testimoniali delle persone presenti al momento del fatto e la visione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza della zona.
Le attività investigative hanno altresì documentato il modus operandi del “branco”, che dai luoghi di residenza, in gruppo, si sposta in una delle zone della movida napoletana, per realizzare azioni efferate ed arroganti, fuori dal loro abituale territorio, individuando le vittime di azioni predatorie e portandole a termine con l’uso di inaudita violenza che non si ferma neanche di fronte a minori terrorizzati. fra i destinatari del provvedimento restrittivo si segnala la presenza di Amato Monica, figlia di Pagano Rosaria – esponente di spicco dell’omonimo clan camorristico egemone nella zona di Napoli nord e arrestata dalla Squadra Mobile lo scorso mese di gennaio nonché nipote di Amato Pietro, fratello del più noto Cesare, quest’ultimo capoclan dei cosiddetti “scissionisti” di Scampia.