Sull’omicidio di Davide Montefusco è stato Vincenzo P., il quale erapresente al momento dell’omicidio, a ricostruire anche le fasi che lo hanno preceduto. Le sue dichiarazioni (non firmate dal giovane) sono contenute nell’ordinanza di custodia cautelare che disarticolato la cosca dei ‘Bodo’.
«Non voglio morire, se dico la verità mi ammazzano. Ho una famiglia. Scrivete quello che volete. Non si scherza con quelle persone, se potessi direi tutti. Se io parlo e vi dico quello che so uccidono me e mia figlia. Preferisco andare in galera, almeno posso continuare a vedere la mia famiglia. Confermo che aveva un debito con un ragazzo che ha messo in mezzo a queste persone. Ho saldato il debito facendomi prestare i soldi da mio zio. Vi avviso che io non firmo niente di quello che state scrivendo». Come ricostruito dal Roma Davide Montefusco aveva un appuntamento con Flavio Salzano, uno dei ras più in vista dei De Micco, per discutere appunto di una somma di 19mila euro che Vincenzo P. doveva rendere al suo omonimo Giampiero P., per una fornitura di merce. A garanzia Vincenzo P. aveva consegnato degli assegni post-datati da incassare man mano che la merce veniva venduta.Gran parte di questa merce era stata ceduta da Vincenzo P. a tale Emanuele, del quale non conosce il cognome e che è agli arresti domiciliari,il quale al termine della vendita avrebbe dovuto consegnargli 27mila euro. Ma la merce non viene venduta e per questo dopo alcunis olleciti Vincenzo P.viene convocato da Flavio Salzano ma lì c’è invece Antonio De Martino che gli intima di pagare. Vincenzo P.racconta al suo amico Davide Montefusco quello che era successo e lo stesso aveva detto di aver scacciato via dal suo negozio gli estorsori dei De Micco. Così decisero di andare assieme a casa di Flavio per l’accordo ma poco dopo ci fu l’agguato.