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Sei anni dopo l’arresto di Zagaria, i Casalesi comandano ancora: 7 dicembre 2011-7 dicembre 2017

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Il 7 dicembre del 2011 è una data storica per la lotta alla camorra: il boss dei Casalesi Michele Zagaria fu arrestato
nella villetta-bunker di via Mascagni a Casapesenna. Dopo 6 anni i Casalesi continuano a comandare ed a seminare terrore, come dimostrano le minacce alla famiglia del sindaco dimissionario della piccola città casertana.

«Non sarò in piazza domani sera, ma la marcia organizzata è la risposta di un popolo che ha voglia di riscatto». Sono le parole del sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa che per questioni di «sicurezza» non parteciperà alla manifestazione messa in piedi da cittadini e associazioni per far sentire la vicinanza al primo cittadino, che ha dato le dimissioni in seguito all’aggressione di sabato scorso ai danni del fratello Luigi.

Il boss dei boss ha fatto discutere nelle ultime settimane per il suo atteggiamento di protesta dopo la fiction sulla sua cattura ‘Sotto Copertura 2’ , a seguito della quale ha prima chiesto un risarcimento danni milionario e poi ha tentato addirittura il suicidio.
“Ho capito, non resta che uccidermi”, disse il boss Michele Zagaria prima di stringersi il filo del telefono al collo, minacciando un suicidio, dopo essere stato interrotto dal giudice della Corte d’Assise d’Appello di Napoli mentre stava protestato veemente contro la fiction della Rai, “Sotto Copertura”.
Zagaria, in video conferenza dal carcere di Milano Opera dove è detenuto in regione di 41 bis, inscenò una protesta mentre nell’aula della IV sezione della Corte d’Assise di Napoli si stava celebrando l’udienza di un processo per un duplice omicidio: Zagaria, per protestare contro la fiction televisiva andata in onda nei giorni scorsi, nella quale si racconta la sua cattura, ha tentato di rilasciare delle dichiarazioni spontanee. Il presidente, però, gli ha tolto la parola, ritenendo l’ argomento non pertinente al processo e il boss si è avvolto intorno al collo il filo del microfono accennando a un tentativo di suicidio subito interrotto dall’intervento degli agenti della Polizia penitenziaria.

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