Trentacinque secondi. Sono quelli del filmato scandagliato da mesi dagli inquirenti. Quel sul duplice omicidio di Vincenzo ed Emanuele Staterini a Giugliano. In quei pochi secondi la verità su uno dei fatti di cronaca più cruenti dell’anno appena trascorso. Una duplice esecuzione che ha sollevato molti interrogativi sul suo movente che ha iniziato a spaziare dalla faida della Sanità (Vincenzo Staterini era infatti
il cognato di Patrizio Vastarella considerato il reggente dell’omonimo gruppo delle Fontanelle) fino a quella di Giugliano che oppone il clan Mallardo agli scissionisti delle palazzine. Secondo le ultime indiscrezioni filtrate quell’esecuzione, studiata a tavolino, è da ricondurre alle dinamiche criminali giuglianesi e in particolare alla guerra tra il gruppo di Ciccio ‘e Carlantonio e il gruppo delle palazzine. C’è un dettaglio che porterebbe gli inquirenti dritti alla pista che passa per l’area nord e in particolare all’Alleanza di Secondigliano, il ‘mostro a tre teste’ che comprende gli stessi Mallardo, i Licciardi e i Contini.
Quel dettaglio è contenuto nei frame dei filmati della videosorveglianza a disposizione degli inquirenti: uno dei killer dei due Staterini ha un andamento claudicante, un particolare che non è sfuggito agli investigatori che da mesi stanno cercando di dare un nome e un volto ai due ‘angeli della morte’ che quel 25 maggio piombarono nella tabaccheria di Corso Campano. Si riparte da quel dettaglio e dagli ambienti vicini all’Alleanza, l’unica che in questo momento potrebbe contare su gente che sa sparare e sa come portare a termine ‘missioni di morte’ pulite, senza lasciare traccia. Quello che è certo infatti è che i due Staterini sono stati uccisi da professionisti del crimine, gente che sapeva dove e quando colpire.