Le rivelazioni del pentito Maurizio Prestieri in un’intervista rilasciata a Roberto Saviano hanno ricostruito le fasi che l’11 gennaio del 1994 portarono alla morte di Rosario Mauriello, confermando quello che, escluse piccole eccezioni, in città era una certezza: Rosario è stata una vittima innocente della camorra. Per ricordarlo, l’amministrazione comunale guidata da Antonio Amente, nel ventiquattresimo anniversario della sua morte, ha invitato la cittadinanza a partecipare alla messa commemorativa nella chiesa Santa Maria delle Grazie di Melito. Giovedì 11 gennaio, alle 18, Melito ricorderà un suo giovane figlio, ucciso a soli 21 anni per una stretta di mano, così come raccontato dal pentito dei Di Lauro.
“Il ragazzo fu ammazzato per errore perché dovevamo uccidere un altro giovane che dava fastidio ai cantieri delle famiglie a Marano – ha raccontato Prestieri – Noi killer non conoscevamo la vittima e ce la doveva indicare il nipote di un imprenditore della zona. Il segnale per far partire l’omicidio era la stretta di mano, ma il ragazzo diede la mano alla persona sbagliata così uccidemmo un innocente. Mentre la vittima era a terra ancora in vita il ragazzo gridava ‘No, no’ però a quel punto i killer lo finirono lo stesso. La cosa che mi ha colpito di questa storia più di tutto è che la mamma di questo ragazzo andò in tutte le trasmissioni per dire che il figlio non era camorrista ma nessuno la credeva”.