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giovedì, Aprile 25, 2024
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In cella per l’omicidio di un camorrista, ma comandava dal carcere grazie ad un cellulare nascosto

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Dava gli ordini, tramite cellulare, per effettuare estorsioni. Mario Illuminato, capoclan 50enne, rinchiuso nel carcere di Bologna, dove sta scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di un altro camorrista, Raffaele Guarino, ucciso con tre colpi di pistola a Medesano (Pr) nel 2010, ha continuato la sua attività criminale: un complice, destinatario insieme a lui di un provvedimento di custodia cautelare in carcere per omicidio, ma che godeva del regine di semilibertà, si occupava di far entrare e uscire uno o più cellulari dal carcere nel quale era detenuto insieme a Illuminato e di portare i termini i compiti a lui assegnati.

Sono state effettuate ai danni di imprenditori e commercianti in provincia di Parma e di Napoli. Per le attività criminali Illuminato si serviva di altri collaboratori esterni, oltre che del complice, destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Altri tre uomini e una donna, quest’ultima residente in provincia di Parma, sono stati denunciati per gli stessi reati e rientrano nelle attività di indagine. Illuminato voleva così ribadire la sua presenza e il suo peso nel mondo della criminalità organizzata.

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Neppure l’ergastolo ha fermato la sua attività criminale. Dal carcere, infatti, grazie a un telefono cellulare che deteneva illegalmente in cella, coordinava spedizioni punitive, estorsioni, il pestaggio di chi non aderiva alle richieste di denaro e incendi dolosi ai danni di attività commerciali, abitazioni o autovetture.

Per questo i carabinieri di Parma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del capoluogo a carico di Mario Illuminato, recluso con la pena dell’ergastolo per l’omicidio del boss di camorra Raffaele Guarino avvenuto a Medesano nel 2010.

Estorsione e tentato incendio, entrambe aggravate e in concorso, i nuovi reati contestati dalla Procura della Repubblica parmigiana.

Le indagini sono iniziate nel mese di aprile 2017, a seguito della denuncia di incendio di un’abitazione a Medesano. Le fiamme erano state appiccate in occasione delle festività pasquali con i proprietari fuori casa.

Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di risalire a una utenza telefonica mobile in uso illecitamente nel carcere di Bologna all’ergastolano.

I carabinieri hanno ricostruito l’attività criminale dell’uomo che ordinava ai suoi collaboratori all’esterno il compimento di attività estorsive, spedizioni punitive che prevedevano il pestaggio nei confronti di vittime restie ad aderire immediatamente alle richieste di denaro, l’incendio di attività commerciali e di autovetture di persone cui egli attribuiva responsabilità in ordine al suo stato di detenzione e alla confisca dei suoi beni nella provincia di Parma.

Tra le vittime di estorsione alcuni commercianti di Napoli e un imprenditore di Parma, al quale sono stati estorti 500 euro senza che fosse mai sporta denuncia. Tra le persone prese di mira anche diversi famigliari dello stesso Illuminato, colpiti per vendetta personale in quanto ritenuti responsabili della sua condanna e della confisca dei suoi beni.

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