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giovedì, Aprile 25, 2024
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Danno alle fiamme un’auto con una persona a bordo, si giustificano così: «Era uno scherzo»

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Hanno 13 e 17 anni i due ragazzi, indagati con l’accusa di omicidio volontario, per l’orribile morte di un senzatetto marocchino, bruciato nella vettura in cui viveva, a Santa Maria di Zevio.

I due si sarebbero giustificati dicendo: «Era uno scherzo, non l’abbiamo fatto apposta» si sarebbero giustificati

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Un testimone racconta di «mesi di molestie e di petardi lanciati contro l’auto, poi quella sera il fuoco». Alla base del gesto ci sarebbe la logica implacabile del branco: i ragazzini, entrambi di famiglie di origine straniera, insultavano l’immigrato e chi cercava di difenderlo veniva deriso.

A inchiodare i due sarebbero le telecamere e anche alcuni video girati da privati cittadini infastiditi da quei ragazzi che avevano un atteggiamento sgarbato e strafottente con Ahamed Fdil. Gary, come in paese chiamavano il marocchino sessantaquattrenne che morì nel rogo dell’auto il 13 dicembre in via Alcide De Gasperi a Zevio.

Ieri mattina l’avvocato Alessandra Bocchi del foro di Vicenza ha depositato il mandato. Il legale tutela la famiglia della vittima, su mandato del nipote Salah, arrivato alcuni giorni fa da Barcellona per capire quando sarà possibile portare in patria la salma del parente.

L’autopsia dovrà chiarire se Fdil è morto perché ha respirato il fumo che si è sprigionato nel rogo, se avesse assunto troppo alcol, o se fosse stato magari prima tramortito con qualcosa.

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