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venerdì, Aprile 19, 2024
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Intossicazione da mandragora, aumentano le vittime nel Napoletano: una è in prognosi riservata

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I carabinieri della compagnia di Pozzuoli sono intervenuti all’ospedale Santa Maria Delle Grazie per alcune persone ricoverate per intossicazione. Una di queste è in prognosi riservata. Si tratta di componenti di distinti nuclei familiari che avrebbero ingerito verdura probabilmente velenosa, acquistata in diversi negozi nei comuni di Quarto e Monte di Procida. La sintomatologia riscontrata sarebbe infatti riconducibile alla “mandragora“, pianta che si sarebbe confusa con spinaci e biete. Stamattina altre due persone si sono presentate autonomamente con mezzi propri, presso il Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli con sintomi riconducibili ad intossicazione da Mandragora. Entrambe riferiscono di aver mangiato spinaci il giorno prima. In ogni caso con sintomatologia lieve. Accertamenti in corso di Asl e carabinieri. Dalle prime informazioni sembra che la verdura fosse sfusa e non imbustata.

Cos’è la mandragora

Data la sua tossicità, l’impiego della mandragora in medicina e in erboristeria non è consentito. Tuttavia, alcuni dei principi attivi in essa contenuti vengono impiegati – agli opportuni dosaggi – in ambito farmaceutico per la preparazione di medicinali destinati al trattamento di disturbi di vario genere.

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Come accennato, la mandragola è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae ed è originaria delle regioni mediterranee.

La droga è costituita dalle parti ipogee essiccate, dall’erba fresca e dalla radice.

La mandragora è una pianta erbacea perenne, quasi priva di gambo, le cui foglie formano una rosetta basale. Solitamente, le foglie hanno una forma ovato-lanceolata, sono di colore verde scuro e possiedono un odore sgradevole.

I fiori possiedono un calice lanceolato e la corolla ha una colorazione variabile dal verde chiaro al giallo.

frutti sono bacche aventi forma globosa e colore giallo, la cui dimensione può variare dai due ai quattro centimetri.

La radice è spesso ramificata, di colore marrone e antropomorfa, e può raggiungere dimensioni notevoli, penetrando nel terreno fino a una profondità di ben 60 centimetri.

La tossicità della mandragora è dovuta al suo contenuto di alcaloidi tropanici che – agendo a livello dei recettori muscarinici (o colinergici, che dir si voglia) – sono in grado di produrre effetti tossici a carico di diversi distretti e organi (sistema nervoso centraleapparato gastrointestinalesistema cardiovascolare, ecc.).

Più precisamente, questi alcaloidi tropanici esercitano un’azione antimuscarinica, ossia sono in grado di bloccare i recettori dell’acetilcolina di tipo muscarinico, impedendo a questo neurotrasmettitore di svolgere le sue normali funzioni all’interno dell’organismo. È proprio a causa di questo blocco che si manifestano i sintomi tipici dell’avvelenamento da mandragora.

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