Era il 4 dicembre 2021 quando un 26enne, Antonio Storaro all’epoca sottoposto ai domiciliari, incontra un pusher di 31 anni in piazza San Vincenzo, Alessio Pica, nel quartiere Sanità, e lo aggredisce cospargendolo di liquido infiammabile per poi dargli fuoco. A salvare la vittima l’intervento della madre.
L’aggressore è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Napoli su mandato della Procura. Dovrà rispondere di tentato omicidio. Era già detenuto per altre ragioni. Le indagini sono partite due giorni dopo l’aggressione, che però non è mai stata ufficialmente denunciata. I fatti sarebbero avvenuti con premeditazione e con l’aggravante del metodo mafioso. L’obiettivo era favorire il consolidamento del clan egemone sul rione.
La vittima, in seguito all’aggressione, era stata ricoverata all’ospedale Cardarelli di Napoli con ustioni su gran parte del corpo.
Nessuna pista è al momento ancora esclusa: il 31enne potrebbe essere stato punito perché voleva “mettersi in proprio” o cambiare vita. Solo l’intervento della madre riuscì a salvargli la vita. Richiamata dalle urla del figlio, la donna allertò i soccorsi e tentò di spegnere le fiamme che stavano uccidendo il 31enne, che fu poi ricoverato d’urgenza nel reparto Grandi ustioni dell’ospedale Cardarelli di Napoli.
I carabinieri della Stazione Napoli Stella, all’alba, hanno arrestato uno dei responsabili, il 26enne che, per commettere il tentato omicidio violò i domiciliari. Per gli inquirenti, coordinati dalla Procura partenopea, quel gesto rappresentava il consolidamento del clan egemone sul rione Sanità.