Droga, estorsioni e il controllo capillare del territorio. Nonostante la pletora di accuse sono arrivati gli sconti in appello per i Monfregolo e i Cristiani-Mormile, gruppi che negli anni scorsi avevano messo sotto scacco Arzano e dintorni. Tre le rideterminazioni più importanti vi è quella per il reggente Giuseppe Monfregolo che passa da 18 a 11 anni: merito della strategia difensiva dell’avvocato Claudio Davino e dell’avvocato Antonio Pollio che sono riusciti a ridimensionare le accuse per il loro assistito.
Rideterminazione importante anche per Francesco Monfregolo che, difeso dagli avvocati Antonietta Genovino e Antonio Pollio, ha rimediato 10 anni. Stessa rideterminazione per Anna Monfregolo (difesa dagli avvocati Claudio Davino e Antonio Pollio) poi Ciro Laezza 5 anni e 11 mesi, Luisa Grassini 11 anni. Tra gli altri risultati degni di nota i nove anni per Raffaele Monfregolo (in primo grado 12 anni) che, difeso dall’avvocato Giuseppe Perfetto, si è visto riconoscere l’esclusione della recidiva. Esclusa invece l’aggravante della recidiva e quella di capo e promotore per Mario D’Aria e Vincenzo Mormile che, difesi dall’avvocato Leopoldo Perone, hanno rimediato rispettivamente 13 e 8 anni.
Escussa la recidiva anche per Gennaro Alterio 10 anni e Raffaele Liguori 7 anni, Luigi Piscopo 9 anni e quattro mesi (difeso dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Diego Pedicini), Eduardo Nicolella 7 anni e otto mesi. Riduzione da 18 anni a 12 anni e otto mesi per Antonio Caiazza difeso da Dario Carmine Procentese. Quattro anni e cinque mesi poi per il pentito Pietro Cristiano mentre sono state confermate le condanne per Renato Napoleone e Vincenzo De Sica.


