sabato, Luglio 19, 2025
HomeCronacaDal consiglio regionale agli accordi con la camorra, il profilo di Nicola...

Dal consiglio regionale agli accordi con la camorra, il profilo di Nicola Ferraro

La Dda di Napoli ha scoperto un sistema per condizionare l’assegnazione degli appalti tra la provincia di Caserta e Sicilia. In questa inchiesta si ipotizzano una serie di reati tra cui associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. Coinvolte, a vario titolo, 34 persone iscritte nel registro degli indagati.

A capo del presunto sistema ci sarebbe il 64enne Nicola Ferraro di Casal di Principe, già condannato in via definitiva per avere ricoperto il ruolo di referente del clan dei Casalesi (in particolare per la fazione facente agli Schiavone) nel settore degli appalti.

Secondo la Procura durante il periodo di carcerazione sarebbe diventato un punto di riferimento anche per altre organizzazioni malavitose. All’ex consigliere regionale si faceva riferimento per dirimere i dissidi interni e il fatto di non avere collaborato con la giustizia gli avrebbe fatto acquisire autorevolezza al cospetto di clan e cosche mafiose.

Il ruolo di Ferraro

Una volta uscito di carcere Ferraro sarebbe diventato, secondo gli inquirenti, il perno di quel sistema affaristico finalizzato a consentire ad alcune imprese ritenute vicine alle mafie di infiltrarsi nella pubblica amministrazione, in particolare in alcuni comuni del Casertano e in Asl della Campania. Al 64enne viene anche contestato di avere illecitamente condizionato il libero esercizio del voto e quindi la composizione delle amministrazioni locali. A lui, per fare affari, si sarebbero rivolti diversi clan tra cui i D’Alessandro.

Inoltre si sarebbe adoperato per proteggere gli imprenditori amici da richieste estorsive, e si sarebbe accordato con il clan Santapaola per fare in modo che alcuni imprenditori della cosca potessero aggiudicarsi gli appalti a Catania e in provincia.

Tra gli indagati figurano, a vario titolo, amministratori e funzionari pubblici, imprenditori, factotum, e anche il rettore dell’Università Parthenope Antonio Garofalo, 55 anni, in relazione a un appalto per le pulizie. Indagati anche alcuni sindaci, tra cui Angelo Ciampi (San Giorgio del Sannio), Giuseppe Guida (Arienzo), Luigi Grimaldi (già esponente politico di Frattamaggiore).