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venerdì, Aprile 19, 2024
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“Giocavo con Fatima sul balcone”, muore a 2 anni dopo la caduta: il patrigno confessa

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Muore a 2 anni dopo la caduta: il patrigno confessa. “Giocavo con Fatima sul balcone. La lanciavo in aria e la riprendevo, con la mamma che ci guardava da sotto“. Questo ha detto al gip Agostino Pasquariello, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Mohssine Azhar. Il 32enne fermato per la morte della bambina di tre anni precipitata da un palazzo del centro di Torino.  L’uomo, assistito dall’avvocato Alessandro Sena, ammetteva di avere bevuto qualche bicchiere e di aver assunto hashish, ma ribadivo di “non avere perso lucidità”, se non quando si è reso conto che la bimba era caduta.

LA TRAGEDIA DI FATIMA

La bambina avrebbe raggiunto da sola la casa del patrigno, che si trova sopra quella in cui viveva con la madre. Indosso aveva il pigiamino e le calze antiscivolo nei piedi. L’uomo, che stava bevendo con alcuni amici, l’avrebbe presa in braccio e sarebbe andato sul balcone a salutare mamma Lucia, al piano di sotto sul ballatoio. Poi quel terribile gioco, davanti allo sguardo della madre. Il pm Valentina Sellaroli ha chiesto la convalida del fermo per omicidio volontario con dolo eventuale e la misura cautelare. Il difensore di Mohssine, Alessandro Sena, ha chiesto di cambiare l’ipotesi di reato in omicidio colposo e quindi la non convalida del fermo e nessuna misura cautelare, in quanto non sussiste il pericolo di fuga. Il gip si è riservato di decidere.

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OCCUSATO DI OMICIDIO VOLONTARIO

Adesso che è solo sta metabolizzando la tragedia – sostiene il legale – ed è sconvolto. Non dimentichiamoci che ha saputo della morte della bimba, a cui voleva bene come a una figlia, pochi minuti prima di essere interrogato in procura“. L’uomo è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, ma la procura non ha ancora formulato l’imputazione per l’udienza di convalida del fermo, che dovrebbe tenersi lunedì.

Mazzi di fiori anche stmattina all’ingresso del palazzo di via Milano in cui è morta Fatima. La bimba di tre anni morta dopo essere caduta dal balcone. “Abbiamo sentito e letto quanto accaduto e siamo rimasti molto colpiti”, dice una coppia di ambulanti arrivati dal vicino mercato di Porta Palazzo per portare l’omaggio floreale.

IL SILENZIO DELLA MAMMA DI FATIMA

La mamma di Fatima, Lucia, non risponde al citofono. “Non c’è, non è in casa, da quella maledetta sera non l’abbiamo più vista. Deve essere andata da qualche parente, o forse da amici”, dice frettolosamente un vicino della donna, che ha un altro figlio più grande. I condomini chiedono “di essere lasciati in pace”. “E’ una brutta storia, ma noi non sappiamo nulla e non c’entriamo nulla”.

Le persone in fila all’ingresso della vicina panetteria non possono fare a meno di rivolgere un pensiero alla bambina, guardando i fiori bianchi che si accumulano davanti al portone. “Povera piccola, povero angioletto”, sussurra una donna asciugandosi le lacrime sotto la mascherina.

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