L’assessore regionale alla Legalità, Sicurezza e Immigrazione Mario Morcone, con una lettera al Prefetto di Napoli ha chiesto la sospensione delle demolizioni di immobili abusivi per il periodo dell’emergenza legata alla pandemia. La richiesta al Prefetto fa seguito ad una mozione approvata all’unanimità dai gruppi dell’assemblea regionale e rappresenta come sia inopportuno, in una fase sociale così difficile, dare esecuzione a provvedimenti che rischiano solo di alimentare le difficoltà di una collettività già ferita dal Covid.
La Giunta Regionale si rende disponibile a partecipare ad un tavolo che la Prefettura vorrà eventualmente avviare per regolare i tempi della moratoria che è stata richiesta.
Nelle scorse settimane i comitati anti abbattimento avevano fatto analoga richiesta alla Regione. Fecero anche un sit in ai piedi della regione per consegnare simbolicamente le case dei manufatti a rischio demolizione. “Sono case di necessità – spiegarono i manifestanti – che rischiano di andare giù nelle prossime settimane, in esecuzione di sentenze irrevocabili di condanna emesse quando questa emergenza non era nemmeno immaginabile”. In quel caso dove andreste a vivere? “Con mio cognato: sono già quattro in 70mq, con noi saremmo in otto. Così aumenterebbe il rischio contagio? L’alternativa è finire in mezzo a una strada”.
Raffaele Cardamuro, nella sua duplice veste di responsabile dipartimento case di Forza Italia e presidente dell’associazione ‘Io Abito’, è tra i principali animatori della protesta. Dieci anni fa la sua casa abusiva di Bacoli fu rasa al suolo. “E’ assurdo che a fronte di misure restrittive di quarantena si possa ritenere di poter effettuare sgomberi forzati, è un controsenso assurdo”. E cita il caso di una casa di Quarto “che paradossalmente su ordine della Procura, il 10 novembre sarà abbattuta, nonostante abbia una licenza edilizia in sanatoria rilasciata nel lontano 1997 dal Comune”.
Gli abbattimenti programmati in provincia di Napoli entro la fine dell’anno sono una ventina. La punta dell’iceberg di circa 300mila sentenze di condanna penale irrevocabile alla demolizione, più altre 50mila di tipo amministrativo, nella sola Campania. I vincoli di una legge regionale della giunta Bassolino hanno reso inapplicabile il condono Berlusconi in larghe fette della regione. Dunque, bisognerebbe buttare giù tutto. Impossibile, ovviamente. Per le ripercussioni sociali e di tenuta dell’ordine pubblico. Così sindaci e magistratura si rimpallano competenze e oneri di intervento. Ed ora c’è il virus.
