Se fosse semplicemente un’addizione algebrica, non ci sarebbero dubbi: la medaglia degli impresentebili sarebbe appesa al collo di Edmondo Cirielli che nelle sue liste ospita 3 personaggi segnalati dalla commissione parlamentare Antimafia presieduta da Chiara Colosimo, a dispetto di Roberto Fico fermo ad uno. Ma in politica si sa, i numeri che contano davvero sno quelli delle urne ed allora il discorso cambia totalmente.
I tre candidati del centrodestra, Luigi Pergamo, Pierpaolo Capri e Davide Cesarini sono sostanzialmente dei perfetti sconosciuti nel mondo della politica regionale. Un mondo che, invece, Maria Grazia Di Scala, unica ‘marchiata’ nel centrosinistra, conosce benissimo, per essere stata eletta sia nel 2015 che nel 2020 (subentrata dopo le dimissioni di Stefano Caldoro).
Entrando nel daettaglio vengono fuori particolari più interessanti. Due tra i 3 candidati di centrodestra non risiedono manco in Campania. Luigi Pergamo (Pensionati consumatori Cirielli presidente), dopo essere stato candidato con la Lega alle Europee del 2014 nella circoscrizione Sud, ha cambiato aria. Non si sa se abbiano o meno influito gli appena 585 voti conquistati, sta di fatto però che Pergamo, rinviato a giudizio con le accuse di autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, risiede oggi in Veneto, dopo aver lasciato la Toscana, dove si era trasferito da Mercato San Severino.
Ancora più eclatante il caso dell’ingegnere Davide Cesarini è stato condannato con sentenza definitiva a un anno e 6 mesi per bancarotta fraudolenta e attualmente a processo per riciclaggio (art. 648 bis c.p).
Cesarini, che conosce la Campania probabilmente soltanto come turista, è stato nel 2017 coordinatore cittadino del Partito Repubblicano a Civitanova Marche, cittadina della provincia di Macerata che dista ben 450 km da Napoli, nella cui circoscrizione è candidato con la Democrazia cristiana di Rotondi. Nel curriculum politico, oltre alla fugace esperienza con l’Edera solo una foto con Alessandra Mussolini e poco più.
Tra gli esponenti di centrodestra finiti mirino della commissione parlamentare Antimafia, l’unico che potrà contare almeno sul proprio voto è Pierpaolo Capri, residente a Salerno, che corre con l’Unione di centro: l’uomo, imputato per riciclaggio, risulta essere un neofita della politica.
Di ben altro peso è la candidatura di Maria Grazia Di Scala di “Casa riformista per la Campania”, rinviata a giudizio per tentata concussione. Lei, consigliera regionale uscente nel 2020 era stata candidata con Forza Italia ottenendo 10.226 voti, poi un fugace passaggio in Fratelli d’Italia prima di riabbracciare Armando Cesaro, questa volta, però, nel centrosinistra, dopo aver centrato in accoppiata l’elezione nel 2015 sotto le effigie del partito di Berlusconi, ottenendo ben 17.462 voti.
Se dunque sul piano numerico il centrodestra supera il centrosinistra per “impresentabili”, il dato politico racconta tutt’altro scenario. I profili segnalati nelle liste di Cirielli sono, infatti, figure marginali, senza radicamento territoriale né esperienza elettorale. La candidatura di Maria Grazia Di Scala, invece, è tutt’altro che secondaria: già eletta due volte, con migliaia di preferenze personali, rappresenta un nome politicamente strutturato.
In termini elettorali, quindi, non c’è reale confronto tra le due situazioni: la portata e il peso dei candidati coinvolti sono profondamente diversi, e il centrosinistra si trova a gestire un caso che, piaccia o no, incide molto di più nella competizione rispetto ai profili quasi sconosciuti presenti nelle liste del centrodestra.
È bene ricordare che la segnalazione della Commissione Antimafia non comporta alcuna esclusione automatica dalle liste né produce effetti diretti sulla campagna elettorale. Il codice di autoregolamentazione, infatti, non ha forza di legge: si tratta di un riferimento etico e politico pensato per rafforzare la trasparenza e la credibilità delle candidature, senza però introdurre obblighi giuridici vincolanti.

