Attendere un anno per una visita nefrologica nonostante le precarie condizioni di salute presupporrebbero una drastica riduzione dei tempi. Tra le pieghe dell’emergenza Coronavirus, che ha mostrato crepe nella cura dei pazienti, continuano ad essere tante le storie di cattiva organizzazione della sanità campana a discapito ovviamente dei più fragili nonostante lo sbandieramento di ipotetici eccellenti risultati.
La storia di Antonio
Antonio B. è un pensionato 75enne di Napoli, sofferente di un’insufficienza renale. Lo scorso 2 ottobre Antonio si reca ad un ambulatorio del centro città dell’Asl Napoli 1 Centro per chiedere un consulto medico, piuttosto importante viste le sue difficoltà. La prenotazione avviene regolarmente, ma sapete in che data? Sette ottobre 2021, cioè fra un anno ed un’attesa complessiva di 370 giorni. «Non ci potevo credere quando ho letto il documento ero stupito», confessa Antonio che sottolinea «di avere anche problemi cardiaci che si aggiungono a quelli al rene».
«E tutto ciò non mi fa stare bene» aggiungendo. «Il medico curante al quale mi sono rivolto mi ha detto che sarebbe opportuno che io andassi in dialisi. Ma se il nefrologo non mi conferma la diagnosi come ci vado? È un consulto medico fondamentale, l’attesa di un anno è un tempo infinito». Per cercare di attenuare la sofferenza l’anziano, peraltro con una vita non facile alle spalle e una situazione familiare ancora oggi complicata, assume delle pillole. Ma anche qui, visto che il diavolo ci mette spesso la coda, ci sono delle controindicazioni.
La denuncia
«Questi medicinali – afferma Antonio – mi hanno fatto ingrossare le mammelle creandomi ulteriore disagio perché in queste condizioni non mi sento di scendere neppure per fare la spesa o prendere una boccata d’aria. Sinceramente mi vergogno del mio attuale aspetto». L’alternativa sarebbe prenotare una visita a pagamento ad una struttura dedicata. «E come faccio? Io prendo la pensione minima, i soldi non ce li ho e quei pochi rimasti mi servono per mandare avanti la mia famiglia», conclude Antonio amareggiato che ha fatto partire il lungo countdown per vedersi soddisfatto un diritto, quella alla salute, in teoria uno dei principi cardine della nostra Costituzione.
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