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Il 1° marzo 2012 morì Lucio Dalla: “Mi farei un’iniezione per diventare napoletano”

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Lucio Dalla ci lasciava il 1 marzo del 2012, in quel giorno il cantautore se ne andava improvvisamente a causa di un infarto fulminante che lo colpì in un albergo di Montreaux, cittadina svizzera quale si era esibito la sera prima.
 Un lutto che ha colpito profondamente il mondo della musica e l’opinione pubblica italiana, che ha salutato con affetto e partecipazione un artista che aveva saputo lasciare il segno.

Le luminarie di via D’Azeglio, a Bologna, sono il simbolo di un amore indissolubile tra la città e suo “figlio”. Lungo la via, i versi della famosa canzone “L’anno che verrà”, un’installazione che rimarrà esposta fino al 6 marzo, quando si concluderanno gli eventi organizzati per ricordare il grande artista prematuramente scomparso. A Bologna anche la casa di Lucio Dalla è diventata una tappa per i grandi appassionati. È stata da poco aperta al pubblico, qui sono custoditi i suoi strumenti, i quadri, le statue e i mille oggetti raccolti nel corso di una vita.

L’amore di Lucio Dalla per la città di Napoli

Napoli non a caso celebra il grande e immortale cantautore nel giorno del suo 80esimo compleanno, bensì lo ricorda soprattutto per il contributo indimenticabile che ha donato alla città.

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Lucio Dalla, nato a Bologna, ha sempre espresso un grande amore per Napoli. Percepiva la città come un universo di colori, folklore e bellezza tanto da avvicinarsi e studiare la lingua napoletana e appassionarsi alla musica melodica napoletana.

L’incontro con Murolo e la canzone Caruso

Durante la sua carriera, Dalla ha avuto l’onore di suonare con grandi nomi della musica mondiale, ma ha confessato che il suo incontro più emozionante è stato con Roberto Murolo che gli ha fatto capire la bellezza della musica napoletana.

Dalla ha scritto un capolavoro in onore di Enrico Caruso, intitolato “Caruso“, quando si trovava bloccato a Sorrento nella suite in cui aveva soggiornato il tenore. Ed è proprio qui che ha trovato l’ispirazione per scrivere una canzone che rappresenta una dichiarazione d’amore per Napoli e per la musica napoletana.

“Sono nato a Bologna ma quel giorno la cicogna che mi ha portato doveva essere cieca“

Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno di sognare di essere a Napoli.Sono dodici anni che studio tre ore alla settimana il napoletano, perché se ci fosse una puntura da fare intramuscolo, con dentro il napoletano, tutto il napoletano, che costasse 200mila euro io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni”.

 

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