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sabato, Aprile 20, 2024
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Omicidio per aver rubato droga al clan, condanne ‘soft’ per i Sorianiello

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Una spedizione punitiva dal Rione Traiano a Castelvolturno per lavare l’onta di un furto di droga. Questo quanto avvenuto qualche anno fa, episodio culminato con un omicidio eclatante per il quale oggi ci sono state le condanne (presso il XVII gip) per boss e ras dei Sorianiello, gruppo attivo nella zona della ‘99’ del Rione Traiano. Ed è andata decisamente di lusso al ‘gruppo dirigente’ del clan se si considerano le richieste iniziali di condanna. Nel processo con rito abbreviato dinnanzi al gip Tirone erano stati invocati vent’anni relativamente all’omicidio del nigeriano Desmond Oviamwonyi più otto per traffico di droga per il reggente del gruppo Giuseppe Mazzaccaro già condannato all’ergastolo per l’omicidio di Luca Megali. Mazzaccaro, difeso dai penalisti Claudio Davino e Bruno Carafa, ha infatti rimediato 14 anni e 4 mesi. Quindi rischio stangata evitato con tesi difensive che sono riuscite ad ottenere un buon risultato per il loro assistito. Stessa condanna al ribasso rimediata da Raffaele Caprio che rischiava anch’egli oltre 20 anni di carcere. Decisive le argomentazioni dei suoi avvocati, gli abili penalisti Leopoldo Perone e Bruno Carafa, che sono riusciti a mitigare le accuse che pendevano sul loro assistito.

Per gli altri personaggi coinvolti come Carmine Fenderico e Simone Cimarelli le richieste erano state di diciotto anni a testa. Anche loro hanno rimediato una condanna più tenue a 14 anni e 4 mesi. Decisive anche in questo caso le linee difensive adottate dai loro legali. I due erano difesi dai penalisti Claudio Davino, Bruno Carafa e Nicola Pomponio. Ancora meglio è andata a Francesco De Pasquale e Marco Mosella: i due, difeso dagli avvocati Antonella Regine, Claudio Davino e Salvatore Landolfi, sono stati condannati a uno anno e otto mesi di reclusione.

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Come ricostruito dall’accusa si trattò di una vera e propria vendetta. Queste le motivazioni di fondo che portarono all’agguato del settembre del 2020 nel corso del quale perse la vita Oviamwonyi mentre rimase gravemente ferito un suo connazionale Colpevoli di aver rubato una busta di marijuana destinata alla piazza di spaccio della ’99’, zona di via Catone al Rione Traiano. Quello che accadde quel giorno e la spedizione punitiva operata quella stessa sera dai Sorianiello viene raccontata da uno dei nigeriani presenti quella sera (leggi qui l’articolo). Ricostruzione contenuta nelle circa 85 pagine del provvedimento firmato dal gip Gallo.

Il racconto della vendetta della ’99’

«Il giorno dell’omicidio mi recavo in Napoli al Rione Traiano, come stavo facendo da circa un mese, al lavoro presso l’abitazione di una donna che ha una specie di allevamento di cani ed io ero stato incaricato di pulire l’area. Inizialmente lavoravo da solo e ci sono stato in precedenza all’incirca in dieci occasioni. La proprietaria dell’area l’ho conosciuta quando stavo eseguendo lavori di giardinaggio per conto di altre persone nei paraggi. La donna mi fermava e mi chiedeva il mio numero di telefono riferendomi che mi avrebbe contattato in caso di bisogno per farmi lavorare. Di recente la donna mi contattava chiedendomi se conoscessi qualcuno che sapesse posare i pavimenti. Immediatamente pensavo al mio amico Desmond. giorno dell’omicidio di Desmond ci siamo recati, Desmond ed io, presso l’abitazione della donna per posare il pavimento in un’area esterna nei pressi della casa, ma atteso che l’area era interamente coperta da erbacce, la donna ci forniva dei macchinari per la pulizia e poi ci diceva che si allontanava per andare a comprare le mattonelle. Nel mentre tagliavamo l’erba Desmond mi chiamava e mi diceva che vi era qualcosa che era coperta dalla vegetazione. Si trattava di una busta e all’interno rinvenivamo degli involucri nei quali si trovava sostanza polverosa. Non aprivamo gli involucri ma sentivamo che dalla busta emanava un forte odore di marijuana. Aspettavamo l’arrivo della signora al fine di consegnare la busta ma atteso che la stessa non rincasava, prelevavamo la busta e la portavamo con noi a Castelvolturno. Una volta giunti a casa, verso le ore 13,30 circa la donna iniziava a contattarmi telefonicamente chiedendomi se ero andato via da Rione Traiano. Rispondevo di si e la donna ci chiedeva di tornare da lei anche il giorno successivo, senza fare alcun riferimento alla busta».

La ricostruzione di uno dei feriti: il commando dei Sorianiello in azione

Poco dopo sul posto arriva proprio un commando dei Sorianiello composto da Simone Cimarelli, Carmine Fenderico e Raffaele Caprio. Il racconto è fornito da un altro testimone presente quel giorno:«Sono sopraggiunte sul posto quattro o cinque persone di carnagione chiara che hanno iniziato a parlare con Desmond nel cortile. Ricordo che oltre a me c’erano sicuramente Kokozi ed Ebo ma i bianchi hanno cominciato a parlare solo con Desmond. Poiché all’inizio la conversazione tra questi soggetti e Desmond aveva toni pacati non ho prestato interesse al contenuto della stessa tuttavia poco dopo sia Desmond che gli uomini bianchi hanno incominciato ad alzare la voce e a innervosirsi tanto da richiamare la mia attenzione; mi sono infatti avvicinato a Desmond e gli ho chiesto cosa stesse succedendo ma mi ha fatto cenno con la mano di allontanarmi A un certo punto ricordo che uno dei quattro uomini è uscito all’esterno del cortile e che dopo poco ho sentito il rumore di una vettura giungere nel vicolo, anche se non ricordo di averla vista: a questo punto ho udito una serie di spari e ho visto dei proiettili che schizzavano in aria, e non so indicare chi stesse sparando; in quel momento ho avuto l’istinto di fuggire e appena voltatomi per scappare sono stato attinto da un colpo al tallone che mi ha ferito».

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