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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Palazzo crollato a Sant’Antimo, rifiuti e degrado tra le macerie di via Giannangeli: l’ira dei residenti

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Buste nere, scarti edili, pneumatici e anche materiale che dovrebbe essere smaltito in maniera speciale e che invece viene accatastato lì, sul cumulo di macerie di via Giannangeli a Sant’Antimo. Le foto ed i video lasciano senza parole perché ad essere abbandonato c’è veramente di tutto

Sono trascorsi quattro anni circa, 38 mesi per l’esattezza, dal crollo del fabbricato situato al civico 35. Dal quel 3 novembre 2017, la situazione sembra essere drammaticamente e paradossalmente immutata, se non peggiorata. Una strada abbandonata a se stessa e che continua a sprofondare tra degrado e pericolo. “Io, come altre 5 famiglie, sono costretta ad alloggiare in affitto in un’altra abitazione, quella strada è ancora ricoperta da macerie e, ovviamente, chiusa al traffico” sono queste le parole di Rosa Castaldo residente della zona. Rosa si fa portavoce della protesta ma soprattutto della rabbia di tutte le persone che hanno visto andare in macerie anni di sacrifici in quella che è stata la cronaca di un crollo annunciato. I tanti allarmi lanciati, prima del 3 novembre 2017 (giorno del crollo), all’amministrazione comunale dell’epoca, non hanno mai sortito effetto.

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Nessuna descrizione disponibile.

Sono rimasto nel cassetto per molto tempo, senza nessun provvedimento. L’unico intervento, parziale ma salvifico, fu lo sgombero del palazzo poco prima del crollo. “Un problema idrogeologico e infiltrazioni nelle fondamenta”, furono le motivazioni dei tecnici comunali, confermate poi anche dagli esperti incaricati dai privati del luogo. Le famiglie vennero ricollocate in una struttura nella vicina Aversa. A distanza di 4 anni di quel cumulo di macerie non si hanno notizie.

Sant’Antimo, la rabbia dei residenti di via Giannangeli

I cittadini, ma anche i mezzi di soccorso, sono costretti a intraprendere un’altra strada, anche stretta, per raggiungere via Giannangeli. Inoltre, nei pressi del crollo e delle macerie, c’è una scuola dell’infanzia tuttora operativa e funzionante.

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La signora Rosa ha interpellato, a mezzo mail, anche un architetto, il dottor F.F., esprimendo la sua preoccupazione per l’incolumità pubblica dovuta ai disagi di quell’arteria. Al momento però non sembra esserci stata ancora una risposta esaustiva in merito. “Servono provvedimenti necessari – sottolinea la signora Rosa- per porre fine all’estenuante stato di incertezza che da diversi anni sta interessando i residenti di un intero quartiere. E’ ora di agire, subito», conclude amareggiata e sfudiciata.

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