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venerdì, Aprile 19, 2024
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Avvistata la Panace di Mantegazza, al tocco può rendere ciechi ed ustionare

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Attenzione alla Panace di Mantegazza, se la tocchi può rendere ciechi ed ustionare. Questa pianta può causare vesciche, eruzioni cutanee e ustioni che possono richiedere fino a sette anni per raggiungere una completa guarigione. La sua linfa contiene sostanze chimiche tossiche che reagiscono con la luce, a contatto con la pelle umana, causando la formazione di vesciche. Ad oggi è diffusa soprattutto in Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Veneto.

In pratica impedisce alla pelle di proteggersi dai raggi solari. Le conseguenze sono delle fastidiosissime scottature che lasciano evidenti cicatrici. Se la sua linfa entra in contatto con gli occhi, può causare cecità momentanea o permanente. Se per qualsiasi ragione si entrasse in contatto con questa pianta, la prima cosa da fare è lavarsi con acqua e sapone e poi recarsi all’ospedale.

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CHE COS’E’ LA PANACE DI MANTEGAZZA

Sembra un morbido e bello cuscino di fiori bianchi, ma in realtà è una tra le specie aliene invasive più pericolose per la nostra biodiversità. La Panace di Mantegazza è una specie importata dal Caucaso alla fine del XIX secolo. Veniva utilizzata per abbellire i giardini privati proprio per gli appariscenti fiori bianchi dall’elevato valore ornamentale. Infatti in breve tempo divenne un problema serio per l’Europa intera.

Perché è così pericolosa?

Colonizza rapidamente gli habitat in cui si insedia: forma nuclei densi e altera le caratteristiche del suolo. Inoltre fagocita tutte le specie spontanee preesistenti. E’ dannosa per gli habitat naturali. Pericolosa anche per l’uomo considerate le ustioni e relative cicatrici che provoca se toccata, anche inavvertitamente.

Vera e propria emergenza a livello europeo già dagli anni 2000, infatti, questa pianta viene combattuta da tutti i Paesi che puntano alla sua definitiva eradicazione. Quindi è stata inserita nell’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale ai sensi del Regolamento EU 1143/2014.

In Friuli Venezia Giulia il severo e costante monitoraggio operato dal servizio Biodiversità di concerto con il Corpo forestale di Regione FVG ha impedito la diffusione indiscriminata di questa pianta che è stata avvistata per la prima volta nel 2016 in Carnia, ad Ovaro. Alla sua definitiva eradicazione si lavora ancora oggi. L’area è sottoposta a controlli costanti considerato che i semi, prodotti a migliaia, rimangono vitali nel terreno per circa 7 anni.

Come riconoscere la Panace di Mantegazza

Il colore delle foglie, a differenza dell’angelica, dell’Heracleum lanatum e della panace comune (Heracleum sphondylium), sono di colore verde chiaro brillante e tendente al giallo con le profonde lobature e segmentazioni.  L’aspetto del tronco è molto spesso e robusto, simile a quello del carciofo, con striature rosso scuro e contornato da peli irti. L’altezza e la mole che sono molto superiori a quelle delle altre due piante citate dalle quali va distinta. L’aspetto ovoidale dei frutti e del loro involucro, nel momento della fioritura rimane attaccato alla base dell’ombrella e tende ad appassirsi. Infine il diametro e l’imponenza dell’ombrella che è la più grande tra le ombrellifere.

ALLERTA IN FRIULI VENEZIA GIULIA

Lo scorso 19 luglio la pagina social della Regione Friuli Venezia Giulia aveva segnalato la pericolosità della Panace di Mantegazza: “Una specie aliena fortemente invasiva presente anche in Friuli Venezia Giulia, qualche giorno raccontando il lavoro compiuto dal servizio Biodiversità e dal Corpo forestale di #RegioneFVG a Ovaro dove la pianta, costantemente monitorata, era in fase di eradicazione. Visto il post, una coppia in villeggiatura nella frazione di Patocco, nel Comune di Chiusaforte, ha richiesto un sopralluogo alla Stazione Forestale di Pontebba, per verificare se alcune piante presenti presso la loro abitazione estiva, fossero effettivamente degli esemplari di Heracleum mantegazzianum“.

L’intervento sul posto confermava la presenza di questa specie deleteria per la biodiversità e pericolosa per la salute umana. Il personale del Corpo forestale ne ha poi constatata la diffusione anche nella limitrofa frazione di Chiout Micheli. Quindi immediatamente attivate le procedure di eradicazione, consistenti in estirpazione e successivi monitoraggi.

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