Le Fiamme Gialle assestano un colpo milionario a Paolo Sipone. Imprenditore romano considerato il ‘re’ delle scommesse online era in affari con la camorra e con le altre organizzazioni criminali. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Dottor Giovanni Bombardieri, davano esecuzione a un
provvedimento di sequestro di beni. Dunque le Fiamme Gialle sequestrano all’imprenditore romano compendi aziendali, beni immobili e rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro.
OPERAZIONE GALASSIA
Quindi emergeva la figura criminale dalle attività di indagine esperite già nell’ambito
del procedimento penale nr. 5585/2015 R.G.N.R. DDA cosiddetta Operazione Galassia,
condotta dal Nucleo P.E.F. di Reggio Calabria – con il supporto dello S.C.I.CO. Allora furono eseguiti diversi provvedimenti.
Restrittivi personali a carico di 20 soggetti, tra i quali anche Paolo Sipone. Il 56enne era tra gli ideatori e capo promotore di un complesso e ricco sistema criminale. Questo era connesso all’illecita commercializzazione di prodotti per la raccolta di scommesse on-line che, attraverso importanti bookmakers esteri con sede in Austria e Malta, era in rapporto sinallagmatico con la criminalità organizzata italiana.
AFFARE SCOMMESSE, I RAPPORTI CON LA CAMORRA E LE ALTRE ORGANIZZAZIONE
Sipone faceva affari con la ‘ndrangheta ma anche con Cosa Nostra, con la Sacra Corona Unita e con la camorra. Questo sistema da un lato consentivano di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare gli imponenti proventi illeciti, dall’altro traevano essi stessi significativo supporto per l’ampliamento della propria rete commerciale e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio.
IL TESORO COSTRUITO GRAZIE ALLE SCOMMESSE
Cautelari reali, aventi ad oggetto 23 società estere, 15 imprese operanti sul
territorio nazionale, 33 siti web nazionali e internazionali, numerosi immobili,
automezzi e conti correnti italiani ed esteri. Così come innumerevoli quote societarie e
disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati.
Quindi il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del
Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e lo S.C.I.C.O.,
eseguivano su delega della locale D.D.A. – con il coordinamento del Procuratore
Aggiunto Dottor Calogero Gaetano PACI e del Sost. Proc. Dottor Stefano
Musolino – indagini economico-patrimoniali sul conto, tra l’altro, dell’odierno proposto
e del nucleo familiare.
INFILTRAZIONE DELLA CRIMINALITA’ NELL’ECONOMIA ITALIANA
In tale contesto l’attività investigativa effettuata consentiva di accertare la
sussistenza di una significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello
patrimoniale del proposto e del relativo nucleo familiare. Quindi valorizzate le funzioni della Guardia di Finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese.
Alla luce di tali risultanze, in aderenza alle ipotesi investigative delle Fiamme Gialle e
della locale D.D.A., la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio
Calabria – presieduta dalla Dott.ssa Ornella Pastore – disponeva nei confronti di Poalo Sipone la misura cautelare del sequestro avente ad oggetto il relativo patrimonio illecitamente accumulato. L’imprenditore romano perde, così, 5 società di
capitali di cui 1 di diritto austriaco, 7 fabbricati a Roma. Inoltre finiti sotto chiave anche altre disponibilità finanziarie dal valore complessivo di oltre 1,6 milioni di euro.