sabato, Luglio 19, 2025
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Racket ad Arzano, arrestati 5 estorsori del clan della 167

Stamattina il personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 5 soggetti, pesantemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni – consumate e tentate – in danno di piccoli imprenditori e commercianti del territorio di Arzano, ricettazione di somme di denaro. I nomi degli arrestati sono Bussola Salvatore, Lentino Antonio, Buono Antonio, Alborino Carlo e Caiazza Raffaele.

La denuncia dell’imprenditore

Le indagini hanno avuto inizio dalla denuncia sportiva da un imprenditore che aveva ricevuto una richiesta estorsiva presso un cantiere edile ad Arzano e si sono sviluppate mediante attività di intercettazione telefonica ed ambientale. Nel periodo di tempo oggetto delle attività investigative è stata documentata la forte pressione estorsiva realizzata sul territorio da parte del clan della 167 di Arzano.

La raccolta delle estorsioni

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dagli agenti della Squadra Investigativa ed Operativa del Commissariato di Frattamaggiore, hanno consentito infatti di accertare che gli indagati, a causa dei quali gravemente indiziati di essere partecipi del clan della 167 di Arzano, erano costantemente impegnati nella raccolta delle estorsioni ai danni di commercianti e piccoli imprenditori del territorio ed in particolare nella riscossione della rata estorsiva imposta in occasione delle pasquali.

Il pizzo a Natale, Pasqua e Ferragosto

I commercianti ed i piccoli imprenditori erano infatti costretti, secondo i classici schemi delle organizzazioni criminali di stampo camorristico, al versamento di somme di denaro a titolo estorsivo con cadenza periodica, ed in particolare a Natale, Pasqua e Ferragosto.
Agli indagati non era necessario spendere troppe parole per ottenere il versamento del denaro in quanto alla loro vista i commercianti, già consapevoli della necessità di pagare il tasso estorsivo, consegnavano la somma di denaro o fissavano un appuntamento per il pagamento.

In alcuni casi i commercianti replicavano di aver concordato in precedenza con il clan il pagamento di sole due rate estorsive – a Natale ed a Ferragosto –, ma gli indagati replicavano che le rate da pagare erano tre e pretendevano il pagamento della rata di Pasqua. Gli indagati sono stati immortalati numerose volte all’atto di ricevere le banconote dalle vittime delle estorsioni.

Le intercettazioni contro il clan della 167 

Le intercettazioni hanno consentito inoltre di ricostruire le fasi della spartizione del denaro provento delle attività estorsive e l’affidamento in custodia del denaro – al fine di evitare il sequestro da parte delle Forze dell’Ordine – ad un soggetto, al quale è stato contestato il delitto di ricettazione aggravata dalla finalità di agevolazione del clan camorristico.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione ei destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino alla sentenza definitiva.