E’ stata fissata per il prossimo 28 febbraio l’udienza preliminare dopo la richiesta di rinvio a giudizio per quaranta indagati coinvolti nel maxi blitz dello scorso giugno che portò all’emissione di numerose ordinanze di custodia cautelare. Grazie ad una organizzazione capillare il gruppo criminale degli Amato-Pagano sarebbe riuscito a gestire una complessa filiera di narcotraffico, soprattutto attraverso il controllo delle diverse piazze di spaccio operanti nei territori ricadenti sotto la sua egida. Le indagini portarono alla luce l’esistenza di una forma di controllo pressoché totale del territorio melitese da parte del clan, grazie anche alla diretta partecipazione alle attività criminali del presidente dell’Aicast (prima ASCOM) di Melito, associazione rappresentativa di plurime categorie commerciali/industriali/artigianali operanti nella città che, proprio in virtù di tale ruolo, era nelle condizioni di favorire il clan attraverso i rapporti con commercianti e imprenditori. Proprio nella sede dell’associazione si sarebbero tenuti dei summit di camorra finalizzati a stabilire le strategie criminali da adottare.
Gli indagati sarebbero coinvolti in una massiccia e capillare attività estorsiva. Attività posta in essere “a tappeto” nei confronti di operatori commerciali melitesi. Nel mirino circa 500 negozi ogni anno, oltre che nel diretto interesse del clan nella gestione dei remunerativi servizi di onoranze funebri. C’era la selezione di specifiche ditte con le quali entrava in “quota” consentendo loro di operare, di fatto, in regime di monopolio. Da segnalare una particolare forma di estorsione, che si aggiungeva rispetto a quella “classica” (posta in essere attraverso l’imposizione delle tre rate annuali, coincidenti con le festività di Natale, Pasqua e Ferragosto), camuffata dall’acquisto (in effetti obbligato) di “gadget natalizi”.


