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venerdì, Marzo 29, 2024
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Rapina in banca con conflitto a fuoco a colpi di kalashnikov: 7 arresti tra Napoli e Bari

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La polizia di Bari ha arrestato 7 presunti responsabili dell’assalto a una filiale del Banco di Napoli in viale Salandra a Bari avvenuto il 12 giugno 2017. Sei persone sono finite in carcere, Massimiliano Monacelli, Massimo Margheriti, Antonio Attolico, Michele De Giglio, Biagio Monacelli e Francesco Ritoli. Michele Costantino si trova ai domiciliari. Sono tutti accusati a vario titolo di rapina aggravata, detenzione e porto illegale d’armi da fuoco, furti, ricettazione e riciclaggio.

I FATTI – Il 12 giugno 2017 un gruppo un persone col volto coperto, armate di fucili e pistole, assaltarono un furgone portavalori della società Ivri per impossessarsi del denaro destinato al rifornimento degli sportelli bancomat. Ci fu un conflitto a fuoco, tra i rapinatori e le guardie giurate, e la banda si dileguò, anche perché un uomo rimase ferito.

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. Gli arresti sono arrivati al termine delle indagini della squadra mobile, coordinate dal pm Domenico Minardi, in relazione all’episodio accaduto il 12 giugno 2017.

Quella mattina, Massimiliano Monacelli, Massimo Margheriti e Michele De Giglio – intorno alle 14 – tentarono l’assalto all’istituto bancario ma i vigilantes dell’Ivri se ne accorsero e riuscirono a chiudersi dentro la banca. Dopo un tentativo di sfondare la porta e l’esplosione di quattro colpi di kalashnikov (a cui le guardie giurate risposero con nove colpi di pistola), i rapinatori scapparono a mani vuote. Monacelli, però, fu ferito al torace e a una mano e costretto a presentarsi all’ospedale San Paolo.

Dopo gli iniziali tentennamenti, ammise la sua partecipazione al colpo fallito senza però fornire indicazioni sui complici. Ai quali la polizia è risalita grazie a una complicata attività investigativa, partita dall’esame delle videocamere della zona e passata per il ritrovamento dell’auto dei rapinatori a Modugno.

Fondamentale per la ricostruzione è stato il fatto che l’episodio incrociasse le indagini sull’omicidio del netturbino Michele Amedeo, avvenuto il 25 aprile dello stesso anno davanti alla sede dell’Amiu. Per quel delitto furono indagati tra gli altri Massimo Margheriti e Michele Costantino, che, intercettati, parlarono anche della rapina alla banca.

I due sarebbero stati assoldati dalla banda per recuperare i veicoli da utilizzare per il colpo. La Fiat Brava rubata fu messa a disposizione da Francesco Ritoli mentre Antonio Attolico ebbe il compito di custodirla insieme ai kalashnikov, ai giubbotti antiproiettili e alle radio ricetrasmittenti. La mattina prima della rapina, i membri della banda effettuarono un summit all’alba, poi tre di loro si nascosero in un negozio in disuso vicino l’istituto e da lì entrarono in azione ma la prontezza dei vigilantes non gli ha consentito di portare a compimento il colpo. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di tentata rapina aggravata, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, furto, ricettazione e riciclaggio

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