PUBBLICITÀ
Protagonista di una clamorosa scarcerazione e di un fulmineo arresto oggi il boss Nicola Rullo ha incassato una condanna definitiva a dieci anni di reclusione. L’accusa per il ras del Borgo Sant’Antonio Abate era di estorsione aggravata dal metodo mafioso. A stabilirlo la Suprema Corte di Cassazione (seconda sezione) che ha dunque inferto un altro colpo al ras indicato come l’attuale reggente dell’Alleanza di Secondigliano. L’inchiesta era quella relativa ad una truffa da quasi 50 milioni alla Telecom. Il nuovo colpo di scena arriva dopo una due giorni di polemiche nate intorno alla figura del ras, considerato da Procura e forze dell’ordine un ‘pezzo da novanta’ dell’Alleanza di Secondigliano: qualche giorno fa i giudici del Tribunale del Riesame avevano infatti disposto la scarcerazione di Rullo per decorrenza dei termini poichè era stato superato il tempo massimo stabilito dalla legge tra la sentenza d’Appello e il processo in Cassazione. Rullo, che non aveva a suo carico altre misure cautelari, era dunque ad un passo dalla libertà se non fosse intervenuta la Procura di Napoli che gli ha poi notificato un decreto di fermo per traffico di sostanze stupefacenti.
PUBBLICITÀ

