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Sequestro da 150 mln di euro, nel mirino della Finanza un’importante società

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito, su
disposizione del G.I.P. del locale Tribunale Dott. Alberto Ziroldi, un’ordinanza di applicazione
di misure cautelari personali nei confronti di tre esponenti apicali di una nota società per
azioni bolognese, operante nel settore della bioplastica e quotata in Borsa nel segmento
AIM, ritenuti responsabili dei reati di False comunicazioni sociali (art. 2622 C.C.) e
Manipolazione del mercato (art. 185 T.U.F.). E’ stato altresì disposto il sequestro preventivo
di beni e disponibilità finanziarie per 150 milioni di euro.

Si tratta, nello specifico, di M.A., socio e presidente del consiglio di amministrazione,
sottoposto agli arresti domiciliari, di G.C., socio e vice presidente del consiglio di
amministrazione, e G.C., presidente del collegio sindacale, destinatari questi ultimi di una
misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche.
L’operazione denominata “PLASTIC BUBBLES”, che vede complessivamente indagate
nove persone (fra amministratori, sindaci, direttore finanziario e revisore), nasce dal
monitoraggio svolto dalle fiamme gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria
dell’andamento delle contrattazioni in Borsa relative ai principali titoli azionari di aziende
operanti nell’area bolognese. Tale attività consentiva, lo scorso mese di luglio, di rilevare e
segnalare alla locale A.G. una forte anomalia nell’andamento del titolo della citata società a
seguito della pubblicazione di un report da parte di un fondo americano, che ne metteva in
discussione la veridicità dei dati contabili e la solidità finanziaria.

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Le successive attività di indagine, anche di natura tecnica, delegate dalla Procura di
Bologna, nella persona del Procuratore Aggiunto Dott. Francesco Caleca e del Sostituto
Procuratore Dott. Michele Martorelli, hanno evidenziato numerose irregolarità in ordine alla
formazione dei bilanci e all’informazione societaria riportata al Mercato, con particolare
riferimento ai ricavi ed al livello di produzione dichiarati dalla società felsinea.
Nel dettaglio è stato rilevato come gran parte dei ricavi iscritti nei bilanci della società dal
2015 al 2018 fosse non veritiera, con riguardo alle tempistiche e modalità di effettiva realizzazione, mentre parte dei ricavi generati da cessioni di licenze nei confronti di due joint
venture contabilizzate nel 2018, sarebbe frutto di operazioni fittizie.
Inoltre, evidenzia il GIP, “le false informazioni di bilancio sono risultate strettamente
funzionali ad accrescere la capitalizzazione” e, conseguentemente, rendere più appetibili
sul Mercato le azioni della società. Infatti la strategia comunicativa utilizzata dal presidente
del C.di.A., definita, scrive ancora il GIP “roboante, ammiccante ed ottimisticamente
proiettata verso obiettivi sempre più significativi che sottaceva alcuni dati di fondo sviluppati
dall’attività di indagine” è riuscita a creare nel mercato ingannevoli aspettative di forte
crescita-espansione, influenzando significativamente l’andamento del titolo. Tale condotta
ha consentito di raccogliere ingenti risorse finanziarie e generare indebiti vantaggi economici
per i soci, anche a seguito della cessione di warrant collegati al titolo.
Le attività di sequestro hanno avuto ad oggetto beni e risorse finanziarie degli indagati fino
al raggiungimento dell’importo del profitto del reato, quantificato in 36 milioni di euro, nonché
le azioni della società quotata nella disponibilità degli stessi, il cui valore ammonta a circa
115 milioni di euro.
Contemporaneamente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari sono state eseguite
numerose perquisizioni fra Emilia Romagna, Lombardia e Lazio.
L’operazione odierna s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria
predisposto dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale, a salvaguardia del
trasparente investimento dei risparmi dei cittadini ed a prevenzione delle diffuse forme di
truffa.

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