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giovedì, Aprile 25, 2024
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Sequestro da 400 milioni all’imprenditore della Ndrangheta, colpo ai siti di scommesse

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Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria,
unitamente a personale del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata
di Roma, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione
Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, hanno
eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale
di Reggio Calabria – presieduta dalla Dott.ssa Ornella Pastore – su richiesta del
Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Dott. Stefano
Musolino, che dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del
sequestro su compendi societari e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato
di circa 400 milioni di euro riconducibili all’imprenditore RICCI Antonio cl. ’76, attivo
nel settore del gambling.

 

La figura criminale di RICCI Antonio era emersa nell’ambito dell’operazione
“Galassia”, condotta dal Nucleo PEF di Reggio Calabria, unitamente a personale del
Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, dal Nucleo Speciale
Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma e dal Centro
Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, coordinati dalla
Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e conclusa nel 2018 con
l’esecuzione di provvedimenti:
– restrittivi personali, nei confronti di 20 soggetti, per i reati di cui agli artt. 416-bis c.p.
(Associazione di tipo mafioso anche), art. 416 c.p. (associazione per delinquere),
art. 648 bis c.p. (riciclaggio), art. 648 ter c.p. (impiego di denaro, beni o utilità di
provenienza illecita), art. 648 ter 1 c.p. (antiriciclaggio), art. 513 bis c.p. (illecita
concorrenza con minaccia o violenza), art. 4 D.Lgs. 74/2000 dichiarazione infedele,
art. 5 D.Lgs. 74/2000 (omessa dichiarazione) art. 640 2 c. n. 1 c.p. (truffa aggravata),
art. 4 L. 401/89 (esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa), art. 2 e 4 L.
895/67 (detenzione illegale di armi), art. 629 c. 2 c.p. (estorsione) e art. 635 c. 2 c.p.
(danneggiamento);
– cautelari reali, su un patrimonio costituito da compendi aziendali di 23 società
estere, 15 imprese nazionali, quote societarie, 33 siti di scommesse on line nazionalie internazionali, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore stimato
in euro 724.300.000,00.

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Le indagini avevano accertato l’esistenza di una pluralità di associazioni per delinquere
operanti sul territorio nazionale ed attive nel settore della raccolta del gioco e delle
scommesse con i marchi “Planetwin365”, “Betaland” e “Enjoybet” le quali, in rapporto
sinallagmatico con la ‘ndrangheta – nelle sue articolazioni territoriali denominate cosca
“De Stefano-Tegano”, “Pesce-Bellocco“ e “Piromalli” – da un lato consentivano a
quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare imponenti proventi
illeciti, dall’altro traevano esse stesse significativo supporto per l’ampliamento dei
propri affari e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio.

 

In tale contesto emergeva la figura di RICCI Antonio che, allo scopo di commettere
una pluralità di delitti connessi alla raccolta fisica delle scommesse in assenza della
prevista concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, utilizzava
siti on line “.com” completamente illegali, celando la raccolta illecita di scommesse
dietro il fittizio schermo giuridico costituito da Centri Trasmissioni Dati (CTD) e
Punti Vendita Ricariche (PVR).

 

Le attività illecite citate venivano perpetrate per il tramite della società “GVC New Ltd”
e, successivamente, della “OIA SERVICES Ltd”, entrambe strumentalmente con sede
a Malta ma, di fatto, attive in Italia attraverso una stabile organizzazione costituita dai
citati plurimi punti “commerciali” distribuiti sul territorio nazionale.
RICCI Antonio, destinatario della misura cautelare della custodia in carcere, si
rendeva irreperibile all’atto della relativa esecuzione venendo successivamente
rintracciato dal Nucleo PEF di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Investigazione
Criminalità Organizzata di Roma a Malta e, in collaborazione con il Servizio per la
Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del
Ministero dell’Interno, ivi tratto in arresto da parte della polizia di quel paese e
successivamente rimesso in libertà dall’Autorità giudiziaria maltese.

 

 

Contestualmente alle suddette attività e sulla scorta degli elementi probatori raccolti,
la locale Direzione Distrettuale Antimafia – sempre più interessata agli aspetti
economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – delegava apposita
indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione in capo al
RICCI Antonio di una misura di prevenzione personale e patrimoniale.

 

In tale ambito, i finanzieri individuavano, con riferimento al percorso esistenziale del
proposto, le condotte delittuose poste in essere, le frequentazioni, i legami parentali, i
precedenti giudiziari e gli altri elementi ritenuti fondamentali per la formulazione, ai
sensi della normativa antimafia, da parte della competente A.G., del prescritto giudizio
prognostico sulla pericolosità sociale.

Al riguardo, dopo aver delineato il profilo di pericolosità sociale del proposto, anche
valorizzando le risultanze della citata indagine, la pertinente attività investigativa è
stata indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali – dirette o indirette –
effettuate nell’ultimo ventennio, accertando una costante sproporzione esistente tra il
profilo reddituale e quello patrimoniale, nonché la natura illecita dell’attività d’impresa
svolta quale reimpiego di attività delittuose.

 

Ed invero, l’attività svolta ha permesso di ben delineare le capacità speculative del
RICCI, il quale attraverso la strumentalizzazione di società formalmente sedenti in
Malta, ma di fatto operanti in Italia, in violazione delle norme che presiedono
all’esercizio dell’attività di gioco e scommesse e a quelle antiriciclaggio, è riuscito ad
accumulare un ingente patrimonio sottraendolo ai controlli ed all’imposizione fiscale
da parte delle Autorità Italiane.

 

Alla luce di tali risultanze, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di
Prevenzione – su richiesta della citata DDA, con l’odierno provvedimento,
riconoscendo la pericolosità sociale del proposto, ha disposto l’applicazione della
misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dell’ingente patrimonio riconducibile
a RICCI Antonio, cl. ’76 e al suo nucleo familiare, costituito dall’intero compendio delle
società maltesi “OIA SERVICES LIMITED”, “HARVEY GAMING LIMITED” (già “GVC
NEW LTD”) e “WLS LIMITED”, operanti nel settore del “gambling” con profili di
assoluta prominenza nell’intero panorama nazionale, da numerosi conti correnti italiani
ed esteri e di n. 2 Trust radicati a Malta, di cui uno contenente un cospicuo portafoglio
finanziario, per un valore stimato in circa 400 milioni di euro.

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