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“Stavolta non ci scappa…”, la violenza a turno e i fazzoletti a terra: chi sono i 3 giovani accusati di stupro a S. Giorgio

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Oltre 500 fiaccole rosse per dire no alla violenza sulle donne. A San Giorgio a Cremano centinaia di persone, anche il sindaco, si sono radunate ieri sera per essere vicine alla ragazza di 24 anni che l’altro ieri pomeriggio ha subito una violenza in un ascensore della Circumvesuviana.
Oggi il gip deciderà sulla convalida del fermo dei tre ragazzi che avrebbero commesso le violenze .
Hanno tra i 18 e i 19 anni.  Decisive per individuare i responsabili le immagini delle telecamere della zona e l’utilizzo da parte degli investigatori di Facebook, grazie al quale sono riusciti a dare un nome a quei volti. Candele rosse per dire un ‘no’ chiaro e deciso alla violenza sulle donne. A San Giorgio a Cremano si sono radunati cittadini, esponenti delle associazioni, sindaci delle amministrazioni comunali vicine per partecipare al flash mob in piazza Trieste e Trento nel piazzale antistante la Circumvesuviana dove ieri nel vano di un ascensore si è consumato un episodio di violenza ai danni di una giovane donna. Alla manifestazione ha partecipato l’assessore della Regione alla Pari opportunità, Chiara Marciani: “La manifestazione è una risposta importante di una comunità che vuole essere vicina alla ragazza”. Il sindaco, Giorgio Zinno, ha aggiunto: “La nostra è una città di pace nella quale i valori sono fondamentali e vede i cittadini organizzarsi questa sera con sentimenti profondi che ci rappresentano”. In piazza è stato presente anche il presidente dell’Eav Umberto De Gregorio. Alcuni partecipanti hanno portato uno striscione con su scritto “meno degrado più sicurezza”.

Ci avevano provato già una volta

Ma oramai la conoscevano, e lei conosceva loro: chissà quante volte ancora le avevano indirizzato apprezzamenti irriferibili. Poi il pensiero, tutt’altro che stupendo: «Stavolta non ci scappa». Già c’era stato un tentativo di violenza purtroppo non denunciato dalla vittima. Poi, quando martedì pomeriggio hanno incontrato di nuovo quella ragazza, sono tornati alla carica. E lo hanno fatto in modo viscido, fingendosi amici, chiedendo il suo perdono, provando a riparare l’offesa. Così è iniziato l’inizio dell’incubo per una ragazza di 24 anni di Portici, studentessa di buona famiglia. È stata la ragazza a riconoscere i suoi aggressori. Una testimonianza forte, lucida, che ha fatto leva anche sulle immagini ricavate dalle telecamere della stazione su alcune fotografie ricavate da facebook.

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Una volta di fronte agli inquirenti, la 24enne ha provato a motivare anche la sua incapacità di reazione di fronte alla violenza usata dal branco: «Ero senza forze, non riuscivo neppure ad urlare, ero annientata dalla paura, temevo che mi picchiassero, ero completamente incapace di reagire. Solo quando mi hanno lasciata, sono tornata nella zona dei binari, mi sono seduta su una panchina e ho iniziato a piangere. Accanto a me, si è avvicinato un ragazzo che mi ha aiutato a contattare mia madre». Incapace di reagire, come stordita, una condizione di «freezing», per mutuare un termine dalla psicologia. Poche ore dopo la violenza, l’inchiesta macina i primi sviluppi. Blitz all’alba di ieri mattina, finiscono in cella Alessandro Sbrescia (classe 2001), Raffaele Borrelli (classe 2000), Antonio Cozzolino (classe 2000), accusati di violenza sessuale di gruppo, per giunta nei confronti di una ragazza fragile, molto delicata, quindi in condizioni di difesa minorata. Sono di San Giorgio a Cremano, non lavorano ma vengono indicati come habitué della stazione (ne parliamo diffusamente nella pagina accanto). Inchiesta dei pm Cristina Curatoli e Salvatore Prisco, sotto il coordinamento dell’aggiunto Raffaello Falcone (pool fasce deboli), che firmano la richiesta di convalida degli arresti.

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