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martedì, Aprile 23, 2024
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Torre Annunziata, via le sedie ‘segnaposto’ nei rioni della camorra

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Servizio alto impatto all’insegna della repressione ma soprattutto della tutela della legalità e del rispetto della libertà altrui. I carabinieri della compagnia di Torre Annunziata – nell’ambito dei servizi disposto dal comando provinciale di Napoli – hanno setacciato i rioni del centro storico quadrilatero delle carceri e murattiano insieme agli agenti della polizia locale. Sedie, tavoli catene e pali di ferro rimossi perché utilizzati per occupare abusivamente parcheggi in strada. Veri e propri ostacoli posizionati ad hoc per sancire con prepotenza  la proprietà di un posto auto sul suolo pubblico. Ventuno le sanzioni amministrative elevate per violazione del codice della strada e del regolamento di polizia urbana.

I controlli a Torre Annunziata

Durante il servizio a largo raggio non sono mancati gli arresti. In manette per detenzione di droga un 35enne del posto e la sua consorte incensurata di 34 anni. I militari hanno fatto “visita” all’ abitazione dei due dove l’uomo stava scontando gli arresti domiciliari. 113 i grammi di marijuana rinvenuti e sequestrati dai carabinieri. La droga era in due buste che la 34enne ha tentato di nascondere mettendosele in tasca. In tutto 96 le persone identificate e 58 i veicoli controllati. 3 gli assuntori di sostanza stupefacente segnalati alla Prefettura.

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L’omicidio di Maurizio Cerrato a Torre Annunziata

Omicidio a Torre Annunziata, la figlia di Maurizio Cerrato ha riconosciuto gli assassini del padre. Ieri mattina Maria Adriana ha raggiunto la caserma di Castellammare, dove si è celebrato l’incidente probatorio durante il quale Domenico Scaramella ha chiesto perdono. L’uomo è uno dei quattro arrestati per l’omicidio di Maurizio Cerrato, il 61enne ucciso per un parcheggio a Torre Annunziata.  Maria Adriana Cerrato ha riconosciuto immediatamente i killer del padre. “Sono loro gli assassini, li riconosco”, ha detto con voce ferma e decisa. Come riporta Il Mattino, l’udienza è durata quasi quattro ore, e si è svolta dinanzi al gip Mariaconcetta Criscuolo. In carcere sono finiti i fratelli Domenico e Giorgio Scaramella, 51 e 42 anni, il cugino 33enne Antonio Cirillo e l’incensurato Antonio Venditto, appena 26 anni.

Chiede perdono alla famiglia di Maurizio Cerrato

“Non mi importa di come andrà il processo. Voglio chiedere scusa alla famiglia della vittima e a tutta la città” ha detto Scaramella. Ma il suo pentimento si è rivelato finora inutile, come riportato dal sito lostrillone.tv.  Sia la figlia di Maurizio Cerrato, Maria Adriana che la moglie Tina, hanno deciso di non ascoltare le parole di Scaramella, il quale, nelle ore precedenti la sua convalida di fermo, aveva affermato al gip Fiorentino: ““Ho colpito la vittima soltanto con schiaffi e pugni al volto. Ma non ho partecipato a questo delitto indegno”. Addirittura aggiunse che aiutò la figlia di Cerrato a trasportare il padre in auto. Scaramella scaricò quasi tutte le colpe sul cugino Antonio Cirillo. “Era lui che era presente sul posto prima del mio arrivo ed ha partecipato attivamente alla lite sferrando pugni all’uomo rimasto vittima dell’evento. Ho detto tutto ai carabinieri che grazie a me sono riusciti a risalire a lui. Ribadisco che mi dissocio da questo fatto indegno ed è giusto che il vero colpevole paghi”.

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