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BICI: CHE PASSIONE

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Tanto lavoro, tanto sacrificio ma alla fine anche grandi soddisfazioni.

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Piccola premessa: sono un grande appassionato della bici e quindi non può chetarmi pacere vedere tanti girini nel nostro paese.
All’inizio erano pochi, venivano soprannominati ‘quella sporca dozzina’ ma ora sono diventati un folto gruppo, con bici professionali sfrecciano sulle nostre strade macinando chilometri e chilometri, scalando montagne quali il Pordoi, il Gavia, il Matese, Roccaraso, Montevergine, Licola rivolta però ai più scarsi.
Uomini, sportivi da apprezzare, perché per la bici hanno modificato il loro stile di vita: non fumano, non devono, nonmangiano, non….vabbuò mò non esageriamo. La sera davanti al Bar Mimì (pubblicità gratuita) il raduno: U’ becchìn, Mast’ Luig; Niculin, Gennaro cocktail, pacc’ ‘i sale, Mast’ Antonio u’ ferrar, Vicienz u’ bidell, Enzuccio u’ funtanier, Biaggin u’ capitan e scusate per tutti quelli che abbiamo dimenticato. Si commenta il duro allenamento della giornata, e qui il clima si fa incandescente e non mancano gli sfotto’: ‘nzi buon si’ na muzzarell, si stat a rot pe tutta a via. Logicamente in questi casi non mancano le scuse, anche le più impensate: è scappat a’ caten; aggio avut na’ colica ncopp a sagliut, me’ sces l’ernia; addirittura qualcuno è stato multato per eccesso di velocità (all’anima ra’ pall). Da semplice sport amatoriale si trasforma in vero agonismo tanto che si mormora che qualcuno si fa anche la BUBBAZZA (che avete capito: u’ stooco con le patane) per sopperire al ritardo di condizione.
Si sa che il ciclismo è sacrificio, è duro lavoro, perciò a quelli che si lamentano non possiamo che dire in coro: Te’ piaciuta a bicicletta e mo’ pedal’!!!

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