Home Cronaca Cdr bloccati,braccio di ferro tra la Fibe e il Commissariato

Cdr bloccati,braccio di ferro tra la Fibe e il Commissariato

PUBBLICITÀ

di FRANCESCO VASTARELLA



In provincia di Napoli ieri hanno chiuso due Cdr su tre, Caivano e Tufino, ha funzionato a regime ridotto Giugliano. Hanno funzionato gli altri tre Cdr, Casalduni, Santa Maria Capua Vetere e Pianodardine (Battipaglia bloccato per proteste al primo giorno di funzionamento). L’emergenza rifiuti continua, anzi peggiora. Tra alchimie, rotazioni di comuni, riutilizzo di vecchi impianti di trattamento, il commissariato è ruscito a centrare l’obiettivo di smaltire il 50 per cento della produzione giornaliera della Campania, che supera le seimila tonnellate.
L’arretrato è rimasto nei cassonetti o nei camion dopo il blocco totale di ieri da parte della Fibe in seguito alle proteste dei cittadini a Caivano e Giugliano, e soprattutto alla mancanza di spazi per lo stoccaggio delle balle prodotte dalle centrali Cdr (combustibile da rifiuti). Disagi divisi, frazionati, «spalmati», come dicono i tecnici, per evitare che si vedessero di più gli effetti. Alla sede del commissariato, in via Santa Lucia a Napoli, gli esperti guidati dal vicecommissario Giulio Facchi hanno dovuto fare e rifare conti, calcolare tonnellate da dividere da un capo all’altro del territorio regionale, cercando di tutelare zone di attrazione turistica, come successe due anni fa nel pieno dell’emergenza successiva alla chiusura delle discariche.
Se ieri sono state smaltite 3.600 tonnellate, oggi comunque non si riuscirà ad andare oltre le 2.300, un quarto della produzione. Oggi, per il giorno di festa, resteranno chiusi anche i Cdr che hanno spazio per stoccare le balle. Se ne riparla domani, con tutto l’arretrato e la produzione giornaliera da smaltire. E sempre che la Fibe, che gestisce gli impianti Cdr, non decida di forzare la mano, visto che ormai siamo al braccio di ferro con il commissariato dopo il rinnovato appello dell’amministratore delegato, Armando Cattaneo, deciso ad avere via libera per l’utilizzo dei siti di stoccaggio scelti dall’azienda e che invece i comuni e i cittadini contestano.
Stoccaggi necessari, visto che mancano e ritarda la realizzazione dei due termovalorizzatori (Acerra e Santa Maria La Fossa) che dovranno bruciare il Cdr e trasformarlo in energia elettrica che la Ue pagherà a un prezzo superiore rispetto a quello di mercato.
Ma intanto proprio sugli stoccaggi sembra essersi aperto il regolamento di conti tra la Fibe e il Commissariato di governo, o almeno una parte di esso che ritiene di non dover dare il via libera indiscriminato perché non si possono caricare zone già stressate dal punto di vista ambientale. Su questo si infiamma la polemica politica. Il sottosegretario all’Ambiente, Antonio Martusciello, risove con una battuta forte: «Alla Regione manca la capacità di individuare aree di stoccaggio per alleggerire zone già devastate». Torna alla carica Tommaso Sodano, senatore di Rifondazione comunista: «La decisione della Fibe di chiudere gli impianti dimostra i guasti di una gara che ha affidato tutto a un unico gestore. La Fibe, d’accordo i vicecommissari Paolucci e Vanoli, ha scelto, in una fase di forte mobilitazione contro l’inceneritore ad Acerra, di localizzare gli stoccaggi ad Acerra (110mila metri quadrati), Caivano (35mila), Giugliano (60mila). Evidente che i cittadini si sarebbero ribellati. Bassolino – conclude Sodano – chieda alla Fibe l’immediato rispetto del contratto, che prevede lo svuotamento degli impianti Cdr a suo carico».




IL MATTINO – 1 MAGGIO 2003

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ
Exit mobile version