I carabinieri hanno arrestato il boss Giuseppe Setola, il leader dell’ala stragista del clan dei Casalesi che lunedì mattina era sfuggito alla cattura a Trentola Ducenta, scappando attraverso le fogne.
I militari, guidati dal colonnello Carmelo Burgio, lo hanno preso a Mignano Montelungo, ai confini tra le province di Caserta e Frosinone. Sembra che a tradire Setola, considerato uno dei trenta latitanti più pericolosi, sia stato un polso rotto. Durante la fuga di lunedì scorso, Setola si sarebbe frattutrato il braccio e l’arresto è avvenuto grazie ad una intercettatazione telefonica in cui il latitante organizzava una visita con un medico specializzato in una clinica di Mignano Montelungo. Al momento dell’arresto era insieme a due fiancheggiatori.
Ci ha provato a fuggire, ancora una volta, ma non ci è riuscito. Setola, infatti, all’arrivo dei Carabinieri ha tentato di dileguarsi arrampicandosi sui tetti dell’abitazione in cui si era nascosto che era confinante con la clinica privata “Villa Floria”, in località Campo Zillone di Mignano Montelungo. Nella casa gli agenti hanno ritrovato molto denaro, circa 200mila euro in banconote di vario taglio, due pistole, un fucile a pompa e una busta contente alcuni medicinali che Setola utilizzava per la frattura al polso. Il boss dei casalesi ha rifiutato le manette ma si è arreso ai carabinieri senza sparare affermando: “Avete vinto voi”. Setola è stato trasferito alla caserma del comando provinciale di Caserta dove è stato interrogato dal capo della Dda di Napoli Franco Roberti che, all’uscita, ha annunciato che si terrà in serata, a Napoli, una conferenza stampa per spiegare i dettagli dell’arresto.
Il colonnello Carmelo Burgio, comandante provinciale dei carabinieri di Caserta, è stato in prima linea nell’arresto di Giuseppe Setola. Racconta come è andata la cattura da parte dei militari. “Tenevamo da tempo sotto controllo i suoi fedelissimi che negli ultimi tempi erano sempre di meno. Abbiamo individuato quest’abitazione a Mignano Montelungo, al confine tra Lazio e Campania, e abbiamo circondato la casa. Setola si è dimostrato un irriducibile, provando ancora una volta a scappare. Ha provato a fuggire sui tetti, segno che il giovanotto ci vedeva benissimo. Si è dovuto allontanare dalla sua zona storica – conferma il colonnello – per la scoperta di diversi covi attrezzati. Dopo la fuga di lunedì non ci siamo scoraggiati – spiega il colonnello – abbiamo pensato solo a lavorare, e infatti a meno di 48 ore lo abbiamo arrestato, anche perché i fiancheggiatori erano ridotti al minimo. Possiamo dire che ormai il clan Setola è un pezzo della storia criminale casertana, in 6-7 mesi lo abbiamo tolto di mezzo e ora appartiene al passato.
Si è dimostrato spavaldo come sempre non voleva le manette. Ha chiesto della moglie, arrestata durante il blitz di lunedì. Non ci siamo avvalsi dei pentiti, – conclude Burgio – perché comunque un po’ di timore Setola lo incute ancora, ma abbiamo svolto un’attività di indagine portata avanti con i nostri mezzi, a conferma che lo Stato è più forte”. (Fonte Pupia.it)