sabato, Luglio 19, 2025
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VILLARICCA: ARRESTATO D’AUSILIO CAPO CLAN DI BAGNOLI, RITROVATE ARMI E PIZZINI

Gli agenti della squadra mobile della Questura di Napoli hanno arrestato a Villaricca Domenico D’Ausilio, 58 anni detto «Mimi o Sfregiato» (per una cicatrice sulla guancia sinistra), in esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia. D’Ausilio, sorvegliato speciale con obbligo di residenza a Villaricca, viene ritenuto dagli inquirenti il capo dell’organizzazione camorristica attiva nelle zone di Bagnoli, Agnano e Cavalleggeri Aosta. Nel 1988 fu arrestato in Francia con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso e violazione degli obblighi del regime di sorveglianza speciale.
L’uomo è accusato di detenzione di numerosi armi, anche da guerra, nonchè di munizioni e di una bomba, rinvenuti nei mesi scorsi, sotterrati nei pressi della sua abitazione di Villaricca al civico 160 di via Consolare Campana. Insieme a D’Ausilio sono stati arrestati anche tre affiliati al clan che devono rispondere della stessa accusa: Salvatore D’Alterio, 45 anni, pregiudicato considerato il tutto fare del capo clan, il figlio Michele D’Alterio 24 anni e la cugina, Emilia D’Alterio, 46 anni entrambi incensurati di Qualiano. Il primo – secondo quanto emerso dalle indagini – custodiva un arsenale per conto del clan D’ Ausilio, mentre gli altri due partecipavano a vario titolo all’attività illegale, in particolare modo, dopo l’arresto di Salvatore D’Alterio lo scorso 17 ottobre. Nel corso dell’operazione condotta ieri mattina la polizia ha scoperto nei pressi dell’abitazione di Villaricca un arsenale costituito da 4 pistole, tre fucili, un kalashnikov, una mitraglietta, una bomba a mano e centinaia di munizionisono. Secondo gli investigatori, le armi erano custodite da Salvatore D’Alterio per conto di D’Ausilio che periodicamente gli forniva indicazioni sulla gestione dell’arsenale. Ma oltre alle armi la scoperta più importante: documenti, carte e pizzini che riguardano imprese e appalti per decine di milioni di euro relative ad opere per la riqualificazione di Bagnoli. Il tutto custodito all’interno di una Ford Fiesta, risultata di proprietà di Salvatore D’Alterio.
Decisivo negli arresti e’ stato il ruolo di un collaboratore di giustizia, dissociatosi dal clan D’ Ausilio, che ha fornito informazioni definite dagli investigatori “utili” al riscontro degli elementi già raccolti precedentemente in grado di consentire l’adozione del provvedimento di cattura, oltre che di Salvatore D’Alterio, anche del capoclan, del figlio e della cugina di D’Alterio.