Gli assegni circolari di alcune agenzie di assicurazioni spediti ai propri assistiti, riciclati e incassati da una presunta organizzazione criminale campana sgominata dai carabinieri di Trento al termine di una lunga indagine che ha portato all’esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare.
Secondo quanto emerso dalle indagini, alcuni componenti della banda, i cosiddetti ‘cambisti’, dopo essersi procurati dei documenti contraffatti (patenti di guida o tessere sanitarie) si presentavano in diverse banche del nord Italia e aprivano dei conti correnti sui quali, dopo alcuni giorni, versavano on line gli assegni, che con tutta probabilità venivano rintracciati direttamente al centro smistamento di Napoli. Gli inquirenti non escludono che la banda abbia potuto contare sull’appoggio di un basista, ma l’ipotesi resta al vaglio degli inquirenti. Una volta versati gli assegni li smistavano su altri conti (da qui il nome dell’operazione, ‘Home banking’). Le truffe accertate sono state 99, metà delle quali consumate. Il valore accertato degli assegni è di 1,4 milioni di euro, ma secondo i carabinieri il volume della truffa dovrebbe essere molto più consistente, non inferiore ai 5 milioni.
Gli arrestati . Secondo gli inquirenti, a capo dell’organizzazione c’erano Antonio Sarracino, 41 anni, e Salvatore Scognamiglio, 28 anni, entrambi di Napoli e già conosciuti dalle forze dell’ordine. A Trieste è stato raggiunto in carcere da un’ordinanza di custodia cautelare Ernesto Palmieri, 37 anni originario di Napoli. Queste le altre persone indagate: Maria Daniela Sarracino, 26 anni, Anna Ruggiero, 29 anni, Maria Passarelli, 33 anni, Roberta Esposito, 23 anni, Concetta Maione, 24 anni (tutte e cinque domiciliate a Giugliano), Antonio Ardito, 43 anni di Napoli, Stella Guidelli, 31 anni di Napoli, Antonio Iacobelli, 25 anni di Aversa, Francesco Varriale, 37 anni di Castel Volturno, Anna Rezza, 24 anni di Marano di Napoli. Per tutti l’accusa da parte della Procura di Trento è di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, ricettazione, riciclaggio, falsità in scrittura privata e sostituzione di persona.
Le indagini dell’operazione «Home banking».
Sono stati i carabinieri di Trento, diretti dal maggiore Paolo Puntel a condurre le indagini e ad eseguire i tredici arresti. In pratica ricettavano assegni e titoli emessi da agenzie assicurative per liquidazione danni, versandoli in
banca mediante l’utilizzo di documenti d’identità contraffatti, per poi prelevare indisturbati la relativa somma contante. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trento ed in particolare dai Sostituti Procuratori Colpani e Biasi, è stata condotta tra l’aprile 2008 e l’aprile 2009, periodo durante il quale sono stati effettuati in tutto nove tra arresti e fermi di indiziato di delitto a riscontro dell’attività investigativa. L’indagine è partita a Trento nell’aprile 008 quando i responsabili di una banca cittadina hanno manifestato sospetti su un assegno depositato presso quell’istituto di credito, rivolgendosi ai carabinieri. Le indagini hanno così permesso di individuare un primo soggetto e, a seguire, i contatti di questo con gli altri accoliti, fino ad arrivare all’organizzazione. Gli assegni circolari emessi da varie assicurazioni dell’intero territorio nazionale e destinati ad assicurati per liquidazione danni od altre spettanze, pari ad un valore complessivo accertato di circa 1.400.000 euro.