DALL’INVIATO DEL «MATTINO» A TORRE ANNUNZIATA
GIGI DI FIORE
Il giovane agente della Guardia di Finanza osserva annoiato il tranquillo via vai di avvocati e pubblico. L’ingresso è obbligato: l’unico cilindro rotante di metal detector in funzione. Un secondo è guasto, così come il nastro scorrevole dove vengono esaminate le borse e i pacchi. È un anno dopo l’inizio del ciclone che ha investito gli uffici della Procura al quarto piano del già scalcagnato palazzo, in funzione da dieci anni. Nelle bacheche, una comunicazione sulla redistribuzione delle udienze civili. Da lunedì, terminata la pausa estiva, sono ripresi i processi, i magistrati sono rientrati dalle ferie. È il ritorno nelle aule giudiziarie.
Il Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata. Le solite pile di fogli per fotocopiatrici, i soliti armadietti ammassati di fascicoli, con quelli siglati «Castellammare» a fare da padroni, la solita porta sbarrata al quarto piano, dove si accede ad alcuni uffici della Procura. Quasi un anno dal ciclone abbattutosi sul cancelliere capo Domenico Vernola, con la scoperta di maneggi miliardari per rimborsi spese, consulenze fasulle, indagini inesistenti. Un ciclone che ha investito Alfredo Ormanni, il procuratore capo che aveva pilotato l’ufficio dalla sua nascita, costretto a lasciare la magistratura, per potersi difendere con più serenità.
E nell’ufficio si avverte un diffuso senso di disorientamento e demotivazione. I nomi non si dicono, ma alcuni magistrati, che avevano chiesto e ottenuto come sede la Procura di Torre Annunziata, si sono spaventati. E hanno rinunciato. Mentre in sei hanno le valigie pronte. Sono praticamente tutti i «senatori» dell’ufficio, i magistrati che hanno gestito le principali indagini di questa Procura diventata tredicesima in Italia per numero di fascicoli aperti ogni anno: non meno di diecimila, solo a carico di persone note. Tra ottobre e novembre, Paolo Fortuna e Giancarlo Novelli prenderanno servizio alla Procura di Napoli. Li seguirà a ruota Enzo Ferrigno, mentre Ciro Cascone si trasferirà alla Procura per i minori di Milano. E non è finita. Francesco Rossetti è destinato a prendere servizio alla Corte d’appello di Napoli, mentre Andrea Nocera andrà al Tribunale partenopeo. Una vera emorragia. Che la Procura generale si prepara ad arrestare, almeno in autunno, con una raffica di applicazioni. L’ufficio non può restare con un vuoto di 6 Pm su 10.
«È proprio questo che ci preoccupa più di ogni altra cosa – dice Elio D’Aquino, presidente della Camera penale di Torre Annunziata – Il ministero non può abbandonare una sede giudiziaria di frontiera come la nostra. Deve sostenerla, con organici adeguati In Tribunale ci sono venti unità di personale mancanti».
Tra una settimana, i penalisti di Torre Annunziata si riuniranno per esaminare la situazione. Preoccupati anche del pericolo di «polveroni indiscrimanati» sul lavoro della Procura, che ha dimostrato negli anni la sua importanza. Fa quello che può, per tamponare le emergenze, il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, reggente dell’ufficio dalle dimissioni di Ormanni. Proprio ieri, è arrivata una giovane Pm da Caltanissetta a sostituire Annamaria Pezzullo, che era andata via da tempo. C’è aria di attesa. Quando, tra un mese, il plenum del Csm deciderà, tra Diego Marmo e Gianfranco Izzo, il nome del nuovo procuratore capo di Torre Annunziata, in ufficio si potranno fare programmi. Di certo, il nuovo capo avrà le sue idee organizzative, valuterà la sua politica giudiziaria sui vuoti di organico e sui sei agenti di polizia giudiziaria indagati nell’inchiesta Vernola. Fino ad allora, nulla si muoverà. Sui 22 agenti indagati, alcuni sono in pensione, altri lavorano in sedi diverse da Torre Annunziata. Ne restano sei, convinti di poter dimostrare la loro estraneità dalle accuse di peculato. Circola, così, nei loro confronti un comprensibile atteggiamento garantista: aspettare gli interrogatori, è la parola d’ordine.
IL MATTINO – 17 SETTEMBRE 2003